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Su alcuni compositori dell’avanguardia è bene di tanto in tanto “rinfrescare” la memoria, sebbene quasi tutto se non tutto si conosce. Biografie nei minimi particolari, la produzione artistica, gli scritti, le opere, le riflessioni… Su alcuni nomi poi, nella storia del pensiero e non solo tanto innovativi quando radicali nelle posizioni,  ogni tanto si fa un altro passo in avanti, anche con qualche inedito da ammirare e conoscere.

E’ il caso, per esempio, del compositore veneziano Luigi Nono, scomparso nel 1990 all’età di 66 anni.  A lui la Fondazione omonima domiciliata nell’isola della Giudecca, propone una nuova esposizione nella città Serenissima presso Palazzo Cini a San Vio, a Dorsoduro 864 (dal 4 al 28 giugno – da martedì a domenica dalle ore 10 alle ore 18, info: 041/5209713, info@luiginono.it); i curatori sono Giorgio Mastinu e l’ex moglie del mestro Nuria (suo padre fu l’ideatore della dodecafonia Arnold Schonberg).   

“La mostra – spiegano gli organizzatori – traccia la biografia del compositore attraverso l’importante raccolta di fotografie conservata dall’Archivio Nono. Durante il corso degli anni passati, l’Archivio ha riorganizzato, ha messo a catalogo e digitalizzato le immagini, acquisendone poi delle altre. Foto che illustrano e completano la storia di Nono”. Dalla sua infanzia alla sua adolescenza, ai suoi studi a Venezia e a Padova.

Luigi Nono si avvicinò al Serialismo nella sua città Natale, a partire dalla metà degli anni Cinquanta si interessò sempre di più all’elettronica. Dopo il 1980 lavorò presso l'”Experimentalstudio der Heinrich Strobel-Stiftung des Sudwestfunks” di Friburgo. Impegnato, ma anche contestato per il suo “taglio” troppo intellettuale e difficile da capire, mise in musica testi di poeti e scrittori celebri come Ungaretti, Pavese e Garcia Lorca.
In allegato: Nono e il Festival Hall