Nuove leve, ora c’è chi fa musica anche con le nanotecnologie
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Che “musica” produce una corda di violino in titanio lunga venti chilomentri? Una domanda che non avrebbe assolutamente senso se a rispondere – in pratica riproducendola – non ci fosse un particolarissimo software che si trova all’Ircam di Parigi, uno dei centri dediti alla ricerca più importanti al mondo. Questo per dire che oggi uno dei filoni maggiori del progresso musicale ha sempre più a che fare con scienza e tecnologia; un passo nel presente e due nel futuro. Particolare attenzione a questa realtà arriva anche da uno spezzone di new generation italiana. Un giovane esponente di questo piccolo pianeta di compositori nostrano si chiama Luca Vonella, 32 anni, segni particolari: una laurea in Ingegneria (e master) dei materiali per micro e nanotecnologie (domenica 14 giugno alle 17 il suo brano “The Humanity asleep” verrà eseguito alla palazzina Liberty di Milano in una programmazione dell’Accademia Internazionale della Musica-Fondazione Scuole Civiche).
“Che cosa ho portato della mia preparazione scientifica dentro alla composizione? – replica Vonella -. Per esempio la possibilità di utilizzare con maggiore facilità modelli che non appatengono necessariamente al mondo letterario di arte e musica”. Tra i suoi “strumenti del mestiere” per comporre – impossibile in questa sede spiegare il come – ci sono ad esempio la “coalescenza” (in soldoni l’unione di due cristalli allo stato solido), l’analisi di Fourier (che si occupa di analizzare e scomporre) e il rumore prodotto dalle plastiche. Il tutto con una bella spruzzata di serialismo integrale (avete presente Boulez?).
“Ricerca sul suono – spiega Vonella che tra i suoi maestri annovera il compositore Verando – che porta alla produzione di suoni concreti. Il pubblico, tra gli altri aspetti, può apprezzare questo. Oltre al fatto di trovarsi di fronte a un mondo nuovo da potere esplorare”. Ma come porsi davanti a questi generi che dal punto di vista teorico appaiono così difficili lontani? “E’ presto detto – conclude il giovane compositore che all’opposto come esecutore e direttore artistico si dedica alla riscoperta di opere e autori ormai dimenticati della letteratura violinistica e cameristica europea – Per avvicinarsi a questo mondo bisogna provare ad aprire…le orecchie”. Simpatico, buon ascolto…
In allegato: nanotecnologie