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C’è una contemporaneità che dà valore, recupera, difende, dialoga e si nutre anche dei patrimoni del passato, delle tradizioni. “Sono fortemente minacciate, certe addirittura in via di estinzione…”, da qualche tempo asserisce Toshio Hosokawa, compositore giapponese del nostro tempo quest’anno al centro del focus del festival MiTo. Il “pessimismo” di Hosokawa non è poi così campato in aria, per la cultura musicale moderna, in generale la cultura: per molti è con la “C” maiuscola solo quando è di produzione occidentale (Europa e America). Il resto? “E’ considerato passato, tradizione, folclore…”. Se ne è parlato sabato 19 settembre alla Galleria d’Arte Moderna della Villa Reale di Milano: intorno al tavolo oltre che il direttore artistico del festival Enzo Restagno, studiosi e a vario titolo esperti della materia (Luciana Galliano, Giovanni De Zorzi e Ilaria Narici). Il tema in discussione: le tradizioni del Sol Levante.

Punto di partenza dell’incontro “Musica in Giappone – percorso tra Oriente e Occidente”, saggio della studiosa americana Bonnie C. Ade (edizioni Ricordi, 25 euro). “Lo scopo principale è illustrare la vita musicale giapponese contemporanea (…) – spiega la prefazione -. La musica in Giappone è stata profondamente influenzata dai contatti con altri Paesi, sia dell’Asia (continentale e insulare) che delle aree culturali di stampo europeo, dunque Europa e Americhe (…)”.

Già, i punti di contatto… Tra Giappone e Stati Uniti, conclusa la Seconda Guerra mondiale, evidentemente molto forti: un dialogo assai intenso in andata e ritorno, iniziato con l’occupazione dell’isola asiatica, i musicologi spiegano. E contatti di  “ritorno”, non pochi: basti pensare che a Boston oggi esiste forse il più grande museo dei paesi Occidentali dedicato al Giappone. Il Giappone nel corso dei suoi rapporti con l’esterno ha assorbito molto anche dall’Europa; basta pensare alla dodecafonia, alla serialità, a tutto quell’armamentario teorico e pratico che è stato adottato. “Una dinamica – la conclusione – nella quale questo popolo si apre e si nutre dei più diversi stimoli, metabolizza per poi rielaborare e restituire un altra cosa, la sua…”.

L’interessante libro sul Giappone fa parte della collana “Popoli & Musiche”, creata dalle edizioni Ricordi. Iniziativa corposa nel “campo dell’Etnomusicalogia, un settore che in Italia è abbastanza povero di studi”, dicono gli esperti. Quasi una chimera. La collana conta già diversi titoli, tra i quali anche “Il viaggio musicale dei Gitani”.
In allegato: teatro Noh