Controtempo / Da Grisey a Murail, la modernità suona francese
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La scuola francese, si può dire a livello mondiale, è un punto di riferimento per la ricerca e la produzione legata alla modernità. Tanti, tantissimi gli autori che tanto nel periodo dell’avanguardia quanto nel periodo della contemporanea, fino ai giorni nostri (si pensi solo al centro di ricerca Ircam di Parigi) si sono/si distinguono per la loro produzione, spesso assai interessante e costantemente portata nei festival del globo. E proprio in questi giorni nella capitale si stanno per concludere i preparativi per una nuova programmazione, che è proprio dedicata agli autori del nostro tempo di provenienza francese.
L’Accademia di Francia a Roma Villa Medici organizza, da venerdì 15 gennaio il primo festival di musica contemporanea Controtempo – in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma – con una programmazione d’eccezione e una giornata di incontri con rappresentanti della contemporanea francese e italiana. La rassegna è curata da Yann Robin e co-diretta da Oscar Pizzo per Musica per Roma. La Francia è da sempre una grande protagonista nel campo della musica colta e l’Accademia di Francia a Roma ha ricevuto tra i suoi artisti in residenza molti compositori che hanno fatto, e che tutt’ora fanno, la storia della musica, vedi Gèrard Grisey, Philippe Hurel, Michael Levinas, Tristan Murail, Pascal Dusapin; più di recente Bruno Mantovani, Franck Bedrossian, Yann Robin, Raphael Cendo riconosciuti tra i compositori più validi della loro generazione.
Da questa forte tradizione nasce l’esigenza di dare vita a un festival di musica a Villa Medici, che si consolidi nel tempo, e che dia la possibilità ai giovani – ma già affermati – compositori francesi di presentare al pubblico le loro opere, senza limitarsi a celebrare il glorioso passato del loro paese, ma guardando al futuro e contribuire così a diffondere e sviluppare le nuove tendenze musicali. Ogni edizione del festival si concentrerà su un tema particolare: quello di quest’anno sarà un confronto e uno scambio musicale tra la creazione francese e quella italiana, senza porre alcuna barriera tra tradizione e innovazione, ma mettendo soprattutto in risalto l’influenza che l’Italia ha avuto sull’estetica compositiva dei musicisti che hanno soggiornato a Villa Medici.
In allegato: musiche francesi