Dionisi e Donatoni / Il secondo Novecento di “casa Verdi”
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Milano fucina di iniziative per ricordare il secolo scorso e i suoi protagonisti. Terminati da qualche mese i festeggiamenti per il bicentenario della fondazione, il Conservatorio di Musica “G. Verdi” in questo periodo si appresta a inaugurare il festival “Secondo Novecento“, che sarà dedicato ai compositori Renato Dionisi e Franco Donatoni, scomparsi dieci anni or sono. Due compositori, la cui opera ha segnato la storia della musica del secolo appena terminato, quel secolo breve, il Novecento, che ancora consideriamo in atto e che in realtà s’è concluso da un decennio pieno; un secolo che abbiamo in buona misura vissuto, ma di cui ancora sappiamo troppo poco.
Dionisi e Donatoni, in modo diverso “maestri del nostro tempo”, saranno protagonisti di tre serate a testa (da maggio a giugno, poi a settembre e novembre) nell’ambito della kermesse. Completano il festival due giornate di studio, una ciascuno, che intendono riportare l’attenzione sulla loro musica. I concerti che compongono il cartellone vedranno in alcuni casi protagonista proprio la musica degli allievi dei due maestri; allievi che hanno fatto carriere internazionali e che, attualmente, sono a loro volta insegnanti. Ma vediamo i ritratti…
“Schivo, modesto, ironico anche verso se stesso… – scrive il direttore del Conservatorio Zanolini di Renato Dionisi (Rovigo, 2 gennaio 1910 e Verona 24 agosto 2000 – d’aspetto vagamente weberiano, rigido nei principi e tagliente nei giudizi (…): a contatto e a confronto con alcuni dei più importanti musicisti del Novecento, ha attraversato tutte le maggiori esperienze del suo tempo, che ha saputo leggere con curiosità e apertura, sia pur non aderendovi necessariamente. E ancora.
“Gravità senza peso”. Questo ossimoro suggeritomi da Calvino delle “Lezioni Americane” si attaglia molto bene a Franco Donatoni (Verona, 9 giugno 1927 – Milano, 17 agosto 2000) – scrive invece Maria Isabella De Carli -. Sapeva essere complesso nella scrittura (musicale e non), nei propri processi compositivi e nei rapporti umnani, eppure leggero, trasparente, dotato di humor e di un sincero “non predendersi sul serio” che molto contribuiva al suo fascino.
In allegato: musiche di Renato Dionisi