Colonne sonore / La “doppia arte” di Clint Eastwood
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L’omaggio della formazione nordica “Oddjob” all’attore-regista Clint Eastwood, per il suo ottantesimo compleanno – la dedica ha preso corpo l’altro giorno alla Casa del Jazz di Roma con musiche dal “taglio” jazz-rock – offre l’occasione di parlare di un aspetto del personaggio cinematografico che a non pochi da sempre sfugge. Quello dello Eastwood compositore di colonne sonore per il grande schermo.
Proprio così: l’attore-produttore, nell’arco della sua lunga e variegata carriera artistica, si è infatti dedicato alla scrittura musicale. Basta dare un’occhiata ai profili pubblicati un po’ ovunque per rendersene conto. Là dove il regista ha firmato dei film spesso ha firmato anche il “commento musicale”. A conti fatti le colonne sonore a lui attribuite dunque risultano diciasette, alcune delle quali rimaste memorabili per i temi.
Per esempio si va da “Mystic River“, lungometraggio: numerose le sequenze della pellicola che per la bellezza della musica vanno ricordate. Lui, considerato una specie di “jazzista delle immagini”. Non solo autore ma vero e proprio regista delle sue colonne. Ogni film, per lui, è un’occasione per esplicitare la sua seconda grande e passione e per instaurare coi compositori scelti dei rapporti di collaborazione riccamente artistica.
Clint Eastwood, come si diceva, è stato anche autore di musiche, e tutt’altro che occasionale. E l’altro giorno la formazione scandinava a voluto ricordare proprio il suo impegno su questo fronte. Un omaggio con la presentazione dell’album “Clint”, in sono raccolte le composizioni di Ennio Moricone, Lalo Schifrin e Ron Goodman. Che hanno animato i film da lui interpretati: da “Il buono, il brutto e cattivo” alla serie di pellicole dedicata alle avventure dell’ispettore Callghan.
In allegato: gli “Oddjob“