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In un periodo in cui nelle arti e nella musica in fondi vanno e vengono (a dir la verità, son di più quelli che vanno), chi manda avanti la BiennaleMusica (arrivata alla 54esima edizione e in programma dal 23 settembre al 2 ottobre) riesce ancora a fare i salti mortali con profitto e maestria. Con ancora qualche taglio, però… La carta che giocano quest’anno il presidente del festival dedicato alla musica contemporanea Paolo Baratta e il direttore-compositore Luca Francesconi certamente non è quella della novità assoluta, ma è quanto mai attuale e necessaria. E’ il segno dei tempi. “Puntare sui giovani”, è il grido di battaglia. Ad aprire le danze saranno il Leone d’oro (uno dei massimi riconoscimenti del settore) Wolfgang Rihm e l’esecuzione del “Don Giovanni a Venezia”, opera-installazione diretta da Francesco Micheli e Michele Tadini.

“E’ l’uomo dissolutus posto accanto all’aspirazione all’eternità della statua”, spiega il direttore artistico alla presentazione capitolina del calendario -. La musica scritta oggi viene percepita come un virtuosismo di nicchia. Vorrei riportarla in un dibattito culturale più ampio, dimostrare che sta cercando di restare attaccata ai problemi della contemporaneità”. Non a casa, ha precisato il presidente Baratta “puntiamo sui giovani. Altrimenti, proprio nel Paese con il più alto numero di conservatori e accademie al mondo, corriamo il rischio di ridurre la macchina della formazione in una macchina che gira a folle”.

I numeri. Ventisette prime assolute (di cui ben 18 commissinate dalla Biennale), 77 compositori e 31 tra concerti, installazioni e performance. I nomi: dall’orchestra di Padova al quartetto Arditti, da Sylvano Bussotti a Ciro Longobardi. Omaggi a Luigi Nono e Franco Donatoni, debutta in prima mondiale il progetto Enparts: tre atti unici di Matteo Franceschini (Il gridario), Camarero (En la medida de las cosas) e Hannes Seidl-Daniel Kotter (freizetspektakel) in sequenza al Piccolo Arsenale. Sulla stessa lunghezza d’onda, Extempore affianca tre modi diversi di scrivere musica con l’improvvisazione radicale di Evan Parker, l’interpretazione del pianoforte di Ciro Longobardi e l’alea di cinque riscritture della Serenata per un satellite di Bruno Maderna. Chiude la maratona Exit, trasformando il Teatro alle Tese in metafora della navigazione web. Intanto, annuncia Francesconi che già pronto il titolo per l’edizione 55: “Barbari e mutantì”.
In allegato: musiche di Matteo Franceschini