Ricerca / Si scrive “elettro” si legge “Emufest”
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Dare per scontate certe parole, termini specialistici, a volte contribuisce a creare ancora più confusione nella testa di chi non segue abitualmente generi musicali fortemente legati alla ricerca. Spiegare il senso e le differenze di certi vocaboli, può aiutare ad avvicinare il profano a festival di cui magari il grande pubblico non ne conosce l’esistenza. O quasi. Prediamo per esempio l'”Emufest 2010″, manifestazione alla terza edizione (a Roma fino al 21 novembre (http://www.emufest.org/emufest_it/home.htm). Bene, questa è una kermesse dedicata alla musica elettroacustica ed elettronica. Si dirà: ma di che cosa si tratta esattamente? A rischio di scadere nella “lezioncina”, vale la pena parlarne, così da chiarire anche se in maniera molto sommaria e sintetica le cose a favore di quanti hanno la curiosità di avvicinarsi a questi sentieri della ricerca sonora.
La musica elettroacustica, nata alla fine della Seconda guerra mondiale, utilizza tecniche di sintesi sonora e di campionamento (scelta) dei suoni. I suoi ingredienti sostanzialmente sono la musica elettronica e la musica concreta (per approfondimenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Musica_concreta). Tra i compositori più celebri si ricordano Stockhausen, Reich e Grossi. Per elettronica si intende la musica prodotta esclusivamente o quasi con strumenti elettronici, come sintetizzatori, campionatori e altre strumentazioni in grado di generare suoni con un processo meccanico. Questo filone si è sviluppato grazie anche al contributo di Cage, Xenakis e Evangelisti.
L'”Emufest” dunque è l’occasione per incontrare generi e suoni non facili da reperire tra gli ascolti che propina quotidinbamente il mercato. Ufficialmente il programma si chiuderà il 20 novembre, quando verrà rappresentato, con i monaci del monastero tibetano Drepung, “Trans” firmato Stockhausen. Duecentocinquanta le opere che verranno proposte durante la manifestazione. Tra gli eventi speciali c’è da segnalare, quello dedicato a Denis Smalley, compositore di fama internazionale. Interessante anche l'”angolo” dedicato a quanto succede in Cina e Argentina per quel che riguarda la ricerca musicale.
In allegato: musiche di Giorgio Nottoli