Ritratti 2 / Le esplorazioni di Massimo Colombo
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La sua destinazione forse è ignota: si muove come un esploratore. Di suoni, di situazioni musicali, di nuove combinazioni. Mantenere il contatto con il pubblico è fondamentale, quindi ha privilegiato la via melodica (“perché l’ascoltatore comunque deve avere punti di riferimento”, dice). Anche se a parlare di John Cage & Co.- dunque la via della ricerca sul suono – parte in quarta e racconta mille cose. Il milanese Massimo Colombo è un compositore che frequenta molti generi – ha avuto il periodo word music – ed è assai attivo: oltre 50 incisioni, venti delle quali da leader. Eccolo in pista soprattutto nel jazz; tra gli altri ha collaborato con Paolo Fresu, Enrico Rava e Franco D’Andrea. Tra i suoi autori di riferimento c’è Bach…”. Sì, proprio lui, che col jazz – per i profani e a prima vista – sembrerebbe centrare poco. O no?
“Lo trovo assai attuale – attacca il musicista che negli anni degli studi, tra i suoi docenti ha avuto il compositore di musica contemporanea Davide Anzaghi (e questo dice molto) -. Bach è tra i massimi artefici della polifonia”. Che insomma, nell’arte dell’improvvisazione è presente in maniera copiosa, pure nei tempi moderni; c’è tutta una schiera di pianisti che tiene più che care le sue lezioni, vedi “Brad Mehldau, Keit Jarrett e ancor prima, almeno nelle parti tematiche, Bill Evans“. Del resto Johann Sebastian è stato un grande improvvisatore; e l’improvvisazione è stata presente nei secoli (quanti brani scritti sono nati cosi), fino all’Ottocento, quando ha prevalso il gusto del virtuosismo e della partitura.
E ora Colombo, dopo diversi percorsi ed incursioni, insieme ad altri musicisti di ottimo calibro vuole rendere omaggio al grande personaggio tedesco. Con un gruppo formato per l’occasione, nel quale compaiono nomi specializzati nel Barocco – come Omar Zoboli -: l’obiettivo è un progetto che in cd sarà negli scaffali all’inizio del 2012. Sui dettagli, top secret però: si sa che saranno delle “trio sonate”, all’origine scritte per organo, in cui – nelle nuove versioni – il pianista (dunque Colombo) si lancerà in esplorazioni di tipo improvvisativo. Musica forte – almeno per sommi capi – e jazz.
Per l’autore milanese non è certo le prima volta con la classica, questa. Anzi, è la sua provenienza. Anche il suo ultimo lavoro – in circolazione da qualche mese (titolo “Doppia Traccia”, inciso con il sax soprano Felice Clemente), è il frutto, in parte, di questa sua passione e mescolanza. E’ un lavoro fissato sul pentagramma, di gusto neo-romantico, popolato da diversi inserti jazzistici. “Alcune composizioni – come recita la presentazione – hanno una scrittura polifonica (è il Bach che ritorna, ndr). Tra gli ascolti da segnalare, “Il duo Fantasia (op.624)”, un brano complesso nella forma. Belle le 15 immagini per pianoforte solo; un viaggio nei diversi stili. “L’insaziabile tono” e “La linea di spago” nascono come jazzistici ma nello sviluppo prendono altre vie.
In allegato: Massimo Colombo e Andrea Dulbecco