In ascolto / Bach, la modernità di un “vecchio” improvvisatore…
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Parte una rubrica che FuoriTono proporrà periodicamente: si scrive In ascolto si legge recensioni. Verranno presentate incisioni discografiche, prima attraverso la testimonianza dei musicisti (compositori e interpreti) e poi con un commento su quanto sentito. Il primo cd si intitola Bach off beat, Johann Sebastian Bach-Trio sonatas Bwv 525-526-530 (Crocevia di Suoni Records) – sotto gli ascolti 1* – a cura di Omar Zoboli, Massimo Colombo, Yael Zamir, Sergio Delmastro, Ferdinando Faraò.
IL MUSICISTA
(Massimo Colombo, pianista)
“Ho suonato Bach per la prima volta a nove anni, sull’organo. Ho letto centinaia di pagine dedicate a questo strumento scritte prevalentemente dal grande maestro tedesco, pagine ricche di polifonia, di intrecci melodici mozzafiato, di fughe costruite con eleganza e genialità. Passato dopo una decina d’anni al pianoforte Bach mi si ripresenta con altre centinaia di pagine, altri anni in sua compagnia, per questo è il compositore che amo di più… perché posso dire di conoscerlo da una vita. Anche per questo motivo ho sempre accarezzato l’idea di dedicare un progetto al maestro come gesto di riconoscenza e un po’ anche per ringraziarlo della sua costante compagnia nella mia vita.
E’ finalmente accaduto con Bach Off Beat , un omaggio dedicato a Bach compositore (ma soprattutto grande improvvisatore), realizzato grazie ad un’idea di Omar Zoboli, esperto oboista e profondo conoscitore della musica barocca che mi ha contattato per coinvolgermi come collaboratore ed arrangiatore. Insieme a noi ci sono anche Sergio Del Mastro al clarinetto basso, Yael Zamir corno inglese e voce, Ferdinando Faraò percussioni. Abbiamo registrato tre Trio Sonate per organo riarrangiate per quintetto, con escursioni d’improvvisazione estemporanee o organizzate in nuove strutture formali, che si inseriscono all’interno della partitura originale. In questo modo la scrittura bachiana si alterna a nostre improvvisazioni che si intrecciano con la sua musica. Le tre trio Sonate si alternano a loro volta a tre momenti di improvvisazione estemporanea registrati dal vivo, molto interattivi ed a mio parere ben riusciti. Un progetto di contaminazione non tanto legato a generi quanto a modelli di struttura e composizione a confronto, un momento per approfondire e sviluppare il pensiero musicale di un grande compositore che ancora oggi non ha finito di tramandare stimoli con le sue creazioni.
FUORI TONO
Non è il caso dell’operazione targata Zoboli-Colombo-Zamir-Delmastro-Faraò. Del resto non poteva essere diversamente, visto il livello dei musicisti in campo. Se l’intenziore era quella di sottolineare/esaltare l’eterna “attualità” dei compositore di Eisenach, missione compiuta: lo dimostrano sia le generali scelte interpretative sia gli interventi pianistici di Massimo Colombo all’insegna dell’invenzione improvvisativa.
Non è un mistero che Johann Sebastian allo strumento fu anche un grandissimo improvvisatore; e probabilmente, si fa centro a pensare che molta della sua musica sia nata proprio nel corso delle sue innumerevoli immaginazioni estemporanee. Che ancora oggi sono materia di riflessione e danno lo spunto per imitazioni, variazioni e ri-visitazioni personali.
L’incisione di Colombo & Co. ha un altro pregio – che i cultori bachiani integralisti e gli amanti dei circoli esclusivi forse potrebbero considerare una leggera pecca (se ne faranno una ragione…) -: può piacere a più di un pubblico; sia a quello degli appassionati di Classica sia ai cultori del jazz: i primi potranno scoprire quel che si può fare di diverso con materiale pregiato di secoli fa; i secondi, apprezzando la polifonia di stampo europeo, scoprire (o ri-cordarsi) che la storia dell’improvvisazione ha radici assai lontane, anche nella scrittura del kapellmeister di Lipsia
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