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Thomas Adès a Santa Cecilia a Roma, per la prima volta, alla testa di una formazione orchestrale italiana. Il compositore inglese sabato 24 marzo dirige un concerto ispirato alla “Tempest” di Shakespeare. Presenterà anche due suoi lavori: “La Tempesta” ispirata al Bardo e “Asyla”, pagina sulle discoteche e l’uso di allucinogeni. E’ uno dei compositori contemporanei più interessanti e corteggiato da tutti i teatri del mondo che gli commissionano sempre parecchi lavori. Ed è anche l’inventore di un linguaggio musicale innovativo e assai attuale, che riesce a coniugare modernità a morbidezza. “Il comporre è per me un atto compulsivo – spiega Adès -; è quasi una patologia, devi farlo perchè solo se lo fai ti sbarazzi da questo tic nervoso”.

Nella seconda metà degli anni Novanta, dopo il successo di “Powder Her Facè”, la Royal Opera House commissionò ad Adès la scrittura di una nuova opera. Il lavorodivenne una co-produzione con la Copenhagen Opera House e la Opèra National du Rhin di Strasburgo. “The Tempest” debuttò alla Royal Opera House nel
febbraio del 2004. Sicuramente Adès è uno dei pochi compositori che fa confluire la musica popolare moderna nelle sue pagine, come si evince in alcune parti del suo “Asyla”.

Il compositore voleva che il III movimento evocasse “l’atmosfera di una grande discoteca con gente che ballava sfrenatamente sotto l’influenza di sostanze allucinogene”. “Comprai così della musica techno – spiega ancora – e l’ascoltai a volume basso per coglierne il ritmo piuttosto che farmi scoppiare la testa. Mi resi conto che nella musica techno le cose si ripetono 32 o 64 volte. Cercai di orchestrare quella musica la notte stessa, ero nel salone di casa e ripetevo le note su un enorme spartito, 30 pentagrammi in una pagina”.
In allegato: musiche di Thomas Ades