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Dopo il dibattito sui Conservatori italiani lanciato dal maestro Riccardo Muti, ecco il nuovo sui flautini di plastica a scuola – c’è chi dice che anche con l’uso di quegli oggetti può nascere la passione per la musica e chi invece condanna la mentalità che porta alla loro scelta -; in fondo questa discussione ha il suo fascino e il suo perché. Grandi musicisti che duellano sul piffero proposto nelle scuole elementari-medie. A ben vedere hanno ragione un po’ tutti i contendenti; nell’ordine il direttore d’orchestra Andrea Battistoni, il compositore Giorgio Battistelli e il violinista Salvatore Accardo. A cui si sono aggiunti Nicola Piovani ed Ennio Moricone. Di interessante, per esempio, c’è cosa rammenta Battistelli: 

L’accademico di Santa Cecilia parla di quanto avviene nei Paesi anglosassoni dove “i compositori, come faceva ad esempio Benjamin  Britten, scrivono musiche per i bambini con la stessa dignità sociale e culturale con la quale scrivono le opere commissionate loro dal Covent Garden o da altre istituzioni musicali”. Inoltre  – ribadisce il compositore – nelle scuole italiane capita spesso che chi insegna musica alle medie inferiori, sia un musicista improvvisato”. E ancora: 

“Alle elementari il tema è affrontato con ancor maggiore leggerezza. I vari ministri dell’Istruzione che si sono succeduti hanno sempre parlato di ripartire dalla scuola per l’insegnamento della musica, ma non si è mai fatto niente. Con la conseguenza che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, i nostri ragazzi nelle scuole non conoscono il piacere di fare musica insieme. Per questo -conclude – dico che la colpa non è solo del flauto, ma di tutto ciò che quello strumento artificiale rappresenta”.

Eccezioni a parte, naturalmente: perchè tra i tanti che si cimentano con il flautino scolastico, qualcuno ogni tanto continua. E allora c’è da divertirsi, visto che il “flautino” può portare molto lontano: si va da quelli di legno a quelli super tecnologici agli iper strumenti. E per quanto riguarda i repertori non c’è che da sbizzarirsi; tantissimo viene scritto anche oggi.
In allegato: Tommaso Rossi al flauto