Dibattito / “Piano City”, fenomenologia del nuovo salotto
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Fenomenologia del salotto: è il turno di Piano City. Ma alla “milanese”. Dopo il secolo dei Lumi, con i suoi concerti, e l’Ottocento attraversato dal camerismo delle dimore borghesi, il format del Duemila nostrano – dal 11 al 13 maggio, info: www.pianocitymilano.it – nato dall’idea del pianista Andrea Kern già sperimentata a Berlino, dà anche il “la” per dire qualcosa sulla fruizione della musica (al centro della discussione, la già annunciata tre giorni di concerti in case, palazzi e spazi pubblici, con strumentisti di fama, maestri, studenti e coraggiosi neofiti).
“In effetti l’evento – attacca Andrea Melis, compositore e direttore della Civica scuola di musica di Milano, che contribuisce alla realizzazione dell’evento – reintroduce l’idea del salotto come dimensione più ravvicinata della musica. Un momento culturale che si compenetra maggiormente con la vita e le sue relazioni”. Addio sapienze e arti calate dall’alto, pare suggerire la rassegna sulla linea di partenza, per un attimo stop alle esecuzioni a distanza, della serie di qua il pubblico e là in fondo in fondo il recital. Per inquadrare il “nuovo salotto che apre a tutti” e restare sulle rotte della modernità, Melis provocato sulla questione suggerisce un’interpretazione lampo: “Siamo di fronte a un caso felice di ibridazione tra le dinamiche del web e la concezione della proposta artistica”. Come a dire: il pianoforte entra nelle case di tutti e per tutti, esattamente come avviene con Internet e suoi “figli”; i siti, i link, i social network. Altro segno dei tempi e, vista la materia, stavolta senza timori personali di saturazione (con la fame di educazione musicale che c’è… ndr).
Ecco dunque la “Rete” e il pianoforte, o la “Rete del pianoforte”: un inedito parallelo che si può azzardare, perché nuovi sono i modi per far conoscere lo strumento, che così – nella maniera concepita per Piano City – appaiono più semplici, immediati e diretti –. “Utili a prendere coscienza dei repertori pianistici effettivamente in circolazione o inediti, al di là delle realtà accademiche”, aggiunge il direttore. Altro che pianoforte-mobile antico-buono per l’arredamento… Con le sue corde e le suoi martelletti, quante cose ha ancora da dire! Si pensi, per esempio, alla schiera di autori del nostro tempo, come il rumeno Gyorgy Ligeti e l’argentino Alberto Ginastera, giusto per fare due nomi, che hanno saputo reinterpretare la creazione. Potrà capitare di imbattersi in firme così in uno dei centocinquanta concerti della kermesse. Che può contare su 80 house concerts, 4 eventi speciali, 35 spazi pubblici aperti e la sfilata di star, tra le quali: Ludovico Einaudi, Antonio Zambrini, Danilo Rea, Davide Cabassi, Antonio Ballista, Bruno Canino, Michele Campanella, Enrico Intra, Andrea Rebaudengo, Roberto Cacciapaglia, Francesco Grillo…
Molte mani, dal classico al contemporaneo “con la possibilità perciò di entrare in contatto con diversi linguaggi”, commenta il direttore. Che per la collaborazione con Piano City, ha messo a disposizione due aule di Villa Simonetta – “Entrambi rigorosamente con caminetto, come nei bei salotti di un tempo”, sottolinea scherzando –. Docenti di pianoforte saranno a disposizione di chi vuole avvicinarsi ai segreti dello strumento. E sempre restando nel campo della formazione, un pensiero va anche ai “più meritevoli e/o talentuosi”; nel senso che la Civica scuola di musica offrirà borse di studio per i guerrieri in erba della tastiera. E chissà che il prossimo Piano City – insieme ai Nomi e ai maestri – per formare la prima fila non penserà a qualcuno di loro…
In allegato: Ludovico Einaudi