Storia / Quando gli studi sul suono si chiamavano Eco
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Il suono, questo sconosciuto. Fino a un certo punto, sin dall’antichità l’uomo si è interrogato e ha studiato le emissioni sonore. Fenomeni che ha “registrato” e ri-prodotto, per esempio sfruttando fenomeni come l’eco. Ora è il tempo dei centri ad alta tecnologia, vedi l’Ircam di Parigi. Chi volesse (ri)scoprire certi artifici messi in atto dagli studiosi-costruttori del passato, l’occasione la offre la Civica Scuola di Musica ( al 150esimo compleanno), ovvero Villa Simonetta – via Stilicone 36 a Milano, dove martedì 3 luglio si potranno osservare-ascoltare gli effetti dell’Eco che esiste in loco, a partire dalle musiche che verranno proposte dalle 21 in “De mirifica Echo“, dall’Ensembe di Musica antica della scuola; direttore Roberto Balconi. Ma vediamo qualche notizia storica:
“ECO che ripete in un momento tranquillo per ben 40 volte la voce ed un colpo di fucile 75 volte”. È la frase in cui si imbatte l’ignoto visitatore entrando nel portico di Villa Simonetta. Ed è allo straordinario fenomeno d’eco che diede celebrità al luogo nel Cinquecento, che l’Ensemble dell’Istituto di Musica Antica renderà omaggio.
Villa Simonetta non fu infatti nota solo per i suoi giardini: l’attrazione, di cui parla anche Stendhal – sostenendo di aver sentito risuonare 50 volte un colpo partito accidentalmente dalla sua pistola – fu appunto l’eco, tanto che molti viaggiatori la considerarono, anche per questo, una tappa obbligata.
Il gesuita Athanasius Kircher dedica alla villa un lungo capitolo (De mirifica Echo Villae Simonetta Mediolani) nel suo trattato scientifico Musurgia universalis (1650) sottolineando come il fenomeno, nel proprio e nel secolo precedente, trovasse qui l’espressione più stupefacente. I brani in programma, tratti dal repertorio di Di Lasso, Panchieri, D’India, Biber, faranno dunque riferimento all’effetto acustico sfruttato nelle composizioni polifoniche del XVI secolo e nella musica vocale e strumentale del Seicento.
La sonata a tre di Marini, ad esempio, parte dal suono di un violino principale a cui, altri due, non visti, rispondono in eco ripetendo le ultime parti delle frasi musicali dello strumento solista giocando con effetti multipli. Il brano di Ildefonso D’India riprende il tema anche sul piano dei contenuti e, attingendo alla mitologia, racconta la vicenda di Eco, ninfa delle montagne che, rifiutata da Narciso, si rifugiò nei boschi fino a rimanere, appunto, un riverberante suono lontano.
Il concerto darà inoltre spazio alla forma musicale della battaglia che, in voga nello stesso periodo, rievoca, imitandolo, il suono degli spari, dei pifferi militari, delle fanfare, del rumore prodotto dallo scalpitio dei cavalli e dallo scontrarsi delle armi, un genere di composizione accattivante, di particolare successo perché capace di creare l’atmosfera vivace e disordinata caratteristica degli scontri armati. Ecco il programma:
Orlando di Lasso, Olà, o che bon eccho
Biagio Marini, Sonata a 3 in eco
Giovanni Paolo Cima, Sonata a 4 in eco
Ildefonso D’India, Ahi, chi fia che consoli
Giovanni Paolo Cima, Surge propera
Dario Castello, Sonata 16
Andrea Falconieri, Battaglia de Barbaso
Giovanni Legrenzi, Sonata in re
Johann, Canone & Giga
Henry Purcell, Three parts upon a ground
Adriano Banchieri, Battaglia
In allegato musiche di: Giovanni Paolo Cima