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Una delle più belle definizioni la diede il compositore americano Charles Ives:  “La musica micro-tonale? E’ quella con le note tra le fessure” del pianoforte”. Proprio così: immaginate di prendere il suono di una nota e dividerlo a metà (mezzo tono) e quella metà ancora a metà… ecco quello, il risultato è il microtono. Logicamente col piano non si può fare – ci sono tasti bianchi e neri che procedono per mezzi toni  – ma con altri strumenti sì: vedi  gli archi. Insomma un modo al di là dell’antico sistema temperato da esplorare. Curiosità: la musica più antica, probabilmente micro tonale, pare sia “L’inno di Hurrian”.

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Il micro tonalismo che dunque ben si rintraccia anche nel passato non recente – si ricordi che il sistema temperato risale al Rinascimento – è stato usato in diversi generi musicali moderni. Nel rock: ecco per esempio la band americana Black Flag. Non parliamo poi nel free jazz (o nel jazz di ricerca come da un certo punto in poi quello di John Coltrane) e da un certo punto in poi nella musica contemporanea.

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Numerosissimi sono stati nel secolo Novecento i pionieri del genere. Tra i nomi noti, in primo piano proprio quello di Charles Ives, Alois Haba, ma anche Bela Bartok, Harry Partch, l’italiano Giacinto Scelsi, la russa Sofia Gubaidulina (quest’anno Leone d’Oro alla Biennale musica di Venezia), Terry Riley, Krzysztof Penderecki e La Monte Young.
In allegato: musiche microtonali