La stecca / Gli strani orari della musica di “nicchia”
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A proposito di appuntamenti musical-culturali da mandare in onda, finalmente è stata trovata un’alternativa alle solite 00.00 a cui da sempre o quasi siamo abituati. L’alternativa alla notte fonda sono le 10.20 del sabato mattina – su un canale pubblico tv – quando mediamente la gente che lavora durante la settimana si è appena alzata tranquilla, ci sono i bambini da portare fuori, la spesa attende e magari una corsettina al parco. A dire “alternativa” si scherza, ma non troppo, naturalmente. Giustamente necessità di cose pratiche da evadere e la voglia di stare all’aperto, magari in mezzo alla natura a fare sport, altro che televisione, se non per pochi intimi del genere. Ma partiamo dalle notizia.
A breve partirà la terza edizione di un programma ideato da un noto compositore italiano con il suo staff di esperti. Qui non sono importanti nomi e cognomi, in discussione è il quando vengono posizionati certi contenitori che pur essendo considerati di assoluta qualità difficilmente possono conquistare la prima serata e nemmeno la seconda, perché a comandare è sempre l’audience che è risaputo può determinare la vita o la morte di una formula televisiva e non. Ma c’è un però, una questione tipo il cane che si morde la coda, un stallo eterno da cui non si riesce proprio a uscire, un loop eterno.
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E’ vero probabilmente che certi programmi non sono di massa, che tanta gente tende a disertarli per i loro argomenti, in campo musicale la classica, l’opera e non parliamo della contemporanea, anche se in passato degli atti di coraggio sono stati fatti e anche di recente, a cura di un fuoriclasse del pianoforte jazz. Ma è anche vero che, come si dice per la tavola, l’appetito viene mangiando: la cultura meno si fa vedere e/o ascoltare e meno voglia avrà la gente di scoprire mondi che magari seppur avvertiti come lontani possono diventare una interessante sorpresa.
Senza contare poi che a volte la poca consapevolezza è proprio tra chi è seduto nella stanza dei bottoni, che se non ha magari un interesse personale, inteso come passione culturale, può soffrire di indifferenza acuta verso gli ambienti culturali e le loro proposte, a cui a volte vengono dati piccoli spazi come una sorta di concessione; per dire, con il gioco dei numeri e delle banbierine, che qualcosa si è fatto. La soluzione? I venti cambiano, bisognerà vedere e sentire da che parte soffieranno.
In allegato: musiche varie