Il concerto / Pensieri in libertà sul violinista Garrett e la Filarmonica della Scala
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È tempo che seguo il violinista David Garrett, da quando una mia amica mi fece vedere un suo video. Poi la curiosità, la necessità di udire e documentarmi mi hanno portato recentemente a interessarmene in maniera più assidua, con i risultati di accumulare, oltreché ascolti e notizie, anche impressioni ed emozioni. Che ora a qualche ora del suo concerto con la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly in piazza Duomo, a Milano – dove spero di arrivare puntuale – provo a proporre in sintesi, a scampoli.
Famoso, almeno sul web, il concerto che il musicista ormai sdoganato dai guru della musica colta ha tenuto qualche anno fa in Germania, precisamente nel 2010 a Berlino. L’auditorium all’aperto, aria primaveril-estiva, se non ricordo male i primi di giugno: l’orchestra grande in azione per introdurre, lui la superstar che a inizio spettacolo non compare sul palcoscenico luccicante. All’improvviso ecco sbucare Garrett da qualche angolo con il suo violino; melodie intense con tappeto d’archi impeccabile e le signore, signorine, ragazze e ragazzine, tutto ciò che poteva finire per “ine” li a radiografarlo, passarlo allo scanner, neanche fosse stato una gemma scoperta. E’ bello come un modello. Anzi il modello lo ha fatto pure. David è uno che buca lo schermo, il cuore delle donne, e va dritto, senza dubbi, anche alle orecchie. Ricordo sempre l’amica che mi ha introdotto nel mondo garrettiano, lei una bella violinista: “Sai, che cosa credi… – mi diceva – nel mondo accademico e della classica con la puzzza sotto il naso lo guardano un po’ così, perché fa le cover dei pezzi pop e rock, ma è veramente bravo io ci ho suonato assieme…”. Già, perché questa amica suona “solo” con importanti istituzioni milanesi, non è Francesca Dego, ma non è l’ultima arrivata e può dire tranquillamente la sua. Eccome.
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Eppoi oggi, toh, guardo il programma con la Filarmonica della Scala e Chailly, ovvero tra le combinazioni migliori che si possono immaginare, è “scopro” che il Nostro bel violinista si ciminterà con un repertorio non classico, ma classicissimo: sarà solista con brani di Bruch, Paganini e Mondi; dopo Verdi, Brahms e Rossini. A dire il vero i maligni al cubo, – anche se Garrett ha venduto 2,5 milioni di cd, pardon – non possono di certo pensare che una formazione di così alto livello con un direttore di altissimo livello si mettano a suonare con “uno” che al massimo ti suona bene i Coldplay. Poi c’è stato l’effetto-Paganini: ricordate il Nostro nei panni del violinista del Diavolo al cinema. Un successone. Per carità i più duri e puri e impegnati diranno che è figlio dello star system, un’operazione, che non bisogna confondere il diavolo con l’acqua santa, e tutto il resto… Ascoltatelo e dite la vostra…
E’ quasi l’ora del concerto e di sicuro c’è questo: mi preparo per andarmi a godere buona musica – visto il programma – a divertirmi (questo è sicuro) in buona compagnia.