La storia / Quando la musica si faceva con i “raschiatori”
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Migliaia di anni fa – gli studiosi sostengono circa 12mila – la musica sarebbe nata per esprimere emozioni, comunicare, aggregare gli antenati che magari in altro modo avrebbero condotto una vita più solitaria. Poi nel tempo, tutto il resto: pregare (la musica sacra nelle diverse culture), far compagnia e consolare, alleviare le fatiche del duro lavoro, “convincere” le masse (la propaganda dei regimi ma non solo), il business (il mercato discografico dell’era moderna). Come tutte le belle storie anche questa inizia con un “c’era una volta”: un primitivo potrebbe aver battuto le mani o delle pietre, da qui il “ritmo”; un altro avrebbe emesso suoni per imitare gli animali, dunque il “canto”; infine un terzo del gruppo bravo a “danzare”. Ecco primo concerto dell’umanità.
Curiosità. Il primo strumento musicale è stato la voce. Poi gli scavi sul periodo Paleolico hanno portato alla luce strumenti a percussione usati dai cacciatori; tra questi sonagli legati, cioè piccoli oggetti quali noci, semi, noccioli e denti di animali e altro legati tra loro da una cordicella o a grappolo. Altri strumenti rinvenuti, i raschiatori, ovvero strumenti dentellati a raschiamento: gusci, bastoni, conchiglie e ossa. Ascolti In Italia si occupa dell’argomento l’associazione “Il centro del suono” che ha pubblicato cd e mp3 sulla produzione di musica nella preistoria: “Suoni e musica della preistoria” (strumenti sonori rintracciati e ricostruiti in base ai reperti archeologici), “Art of primitive sound-Il paleolitico” e “Caverne sonore”.