Il flauto del maestro Griminelli rende omaggio ai compositori Ennio Morricone e Nino Rota, ricordando anche il regista Federico Fellini. Le note che costituiscono la colonna sonora di una filmografia d’eccellenza, patrimonio culturale del mondo, saranno riproposte in un concerto per solo flauto che si tiene a Cervere (Cuneo) all’Anfiteatro dell’Anima domenica 24 agosto alle ore 21,30. Il maestro, prima dell’evento, ha accettato di rispondere ad alcune domande sulla sua arte, sulla sua lunga carriera, sui suoi progetti.

Maestro Andrea Griminelli, un omaggio a Morricone e Rota. Le trascrizioni per flauto sono bellissime, come la voce umana…
<Sì, è lo strumento considerato più vicino alla voce umana, il vibrato è come il canto. Che effetto quando suonavo vicino Pavarotti, con Luciano ho fatto almeno 200 concerti. Il mio flauto stavolta anche al servizio di Morricone, che mi chiese di suonare il suo brano, “Per le antiche scale”. Un giorno speciale, il giorno che lo conobbi>.

Qual è la bellezza, il fascino di queste musiche…

<La colonna sonora, come genere, è stata molto rivalutata. Coi suoi autori e le sue opere. Un processo di revisione e rivalutazione che riguarda anche altri ambiti. Vedi Astor Piazzola; anche dai classici oggi viene considerato un grande compositore. Così è successo pure per Morricone. Che, ricordiamolo, era un compositore completo, basta ricordare la sua produzione contemporanea d’arte. Per me scrisse anche un concerto, per flauto e orchestra, e non una colonna sonora>.

La sua passione per questi brani quando è cominciata?
<Questa musica la ascoltavo già da bimbo, all’età di sei anni. Le musiche di film come “Giu’ la testa” e “Per un pugno di dollari”, musiche scritte appunto da Morricone. Sono brani che ti danno emozione. Ogni tanto faccio “Mission” e mi tocca sempre, sono note di cui non mi stanco mai. C’è un lavoro geniale sotto. In questo ambito vedo anche Nino Rota, la sua musica è straordinaria, pensata. Ecco di  tutto questo il mondo dei compositori, dei musicisti, ha dovuto prendere atto. Riconoscere il valore di questi autori per un certo tempo trascurati>.

Grande musica applicata per il grande cinema, parliamo di Fellini…
<Beh, intanto il grande regista Federico Fellini era delle mie parti. Avrei dovuto fare un tour mondiale, dal Sudamerica all’Asia, per portare in giro anche le colonne sonore dei film di Fellini, in occasione del suoi festeggiamenti. Ma il Covid-19 ha bloccato tutto. Forse se ne riparla l’anno prossimo. Quali film mi piacciono, suoi?  Molto “Amarcod”, che mi ricorda le mie radici, il dialetto, la mia infanzia>.

Nel suo repertorio ci sono altri autori per la pellicola?
<Ci sono le musiche  Henry Mancini; lo conobbi con Pavarotti, protagonista del disco di Platino intitolato “Mamma”. Mancini compose grandi soli. Un compositore con dei temi notevoli, dalle melodie fantastiche. E ancora, tra i compositori, il grande Bacalov>.

Parliamo un attimo di lei, una vita per la musica, le biografie dicono “una partenza da enfant prodige”…
<Ho iniziato a 11 anni, sono stato precoce visto il tipo di strumento. La prima volta con il flauto dolce è stata alle scuole medie. Diversamente da altri colleghi, non sono contrario a questo strumento a scuola; io sono diventato flautista grazie all’incontro con il flauto scolastico. Certamente un’ora di musica alla settimana nelle scuole non basta assolutamente. La mia insegnante era appassionata, mi adottò, mi regalò il primo disco di Severino Gazzelloni>.

Una carriera molto ricca la sua, i concerti con Pavarotti, per dirne una delle tante: che ricordi del personaggio?
<Pavarotti è stato come un Padre per me, c’era un rapporto di amicizia e stima. Era uno dei miei sogni di giovinezza esibirmi con lui. E fu proprio lui a lanciarmi negli Stati Uniti. Come era Luciano? Generoso, entusiasta e geniale>.

Nella sua produzione anche un disco dedicato alle colonne sonore italiane…
<E’ stata un’idea nata per stare e lavorare con i miei amici, diverse star del pop e del rock. E ci furono diverse adesioni>.

Facciamo qualche esempio: che dire dell’amico Sting
<Un grande amico davvero, è stato anche il mio testimone di nozze. Ed è venuto alla mia festa per i 60, abbiamo fatto un concerto. Un grande cuore, un genio>.

Collaborazione con il tenore Andrea Bocelli…
<Un altro dei miei amici, ci conosciamo da tanti anni. Incontro e collaborazione nata ai tempi, con Pavarotti. Ha una intelligenza superiore, due lauree, fa delle cose pazzesche, suona un sacco di strumenti. Quando lo frequenti capisci che ha una forza e una energia incredibili>.

Zucchero?
<E’ emiliano come me, anche in questo caso conosciuto ai tempi con Pavarotti. Ha lavorato tantissimo per arrivare, è un grande. Ha scritto canzoni belle e molto particolari e personali; è sempre alla ricerca di cose nuove>.

Lei attraverso il flauto parla molte lingue e dialetti…
<Negli ultimi anni mi sono aperto alla musica etnica, ho suonato anche con un grande flautista tibetano. Provo a fare diverse cose. Ci sono tanti tipi di flauti. C’è un mondo da scoprire>.

Prossimi progetti e concerti?
<Farò un altro concerto a Castelfranco Veneto, in piazza, un concerto con le musiche di Morricone 28 di agosto. Poi “live” benefici a Cremona in settembre. Infine mi aspetta un progetto con Vangelis>.