Biennale Musica di Venezia / 3 Rizoma e Hunt: i “buoni frutti” del College dei talenti
I<Largo ai giovani>, alla Biennale Musica Venezia 2022 non è tanto per dire. <Largo ai giovani e ai loro strumenti e ai loro linguaggi>. E così, venerdì scorso (23 settembre) – serata sempre all’Arsenale – è stato, con alcuni ragazzi che sono stati selezionati durante il cosiddetto “College”. Spettacolo da vedere, spiazzante: buio quasi pesto, giusto quel po’ di chiarore azzurrognolo per scorgere un cerchio composto di aste (che poi si illumineranno e scoppietteranno “dialogando” con il performer di turno (loro, in sequenza annunciata: Rizoma (Tania Cortez, una composizione audiovisiva immersiva che utilizza elementi sonori registrati della vita quotidiana che la maggior parte delle persone può riconoscere, come mezzi pubblici, campane delle chiese, versi di gabbiano, conversazioni al telefono, il respiro, e simili) e Hunt (Jacopo Cenni, “la specie umana ha sempre cercato di comprendere la complessità del mondo in cui vive. Creando strumenti d’analisi sempre più sofisticati, è arrivata a ottenere risposte più rigorose. Ma non è mai riuscita a catturare la luce che va cercando. Hunt parla della ricerca umana della Verità. La performance prevede due personaggi sul palco: il performer, che impersona l’umanità, e una serie di lampade a incandescenza, che rappresentano il concetto di Verità”, le note della Biennale). Reazione molto calda, da parte del pubblico, ed entusiasta, davanti a questi giovani artisti; ognuno a suo modo ha inscenato un dialogo con i vari mezzi: spettacoli elettronici e audiovisivi dove il concetto di arte, musica e costruzione del discorso “musicale” sono assai allargati; performance che finiscono per sconfinare e “apparentarsi” chiaramente con la Biennale d’Arte giù i confini -; musica? arti visive? ricerca? utilizzo di nuovi strumenti e mezzi? Tutto si mescola e si vedono le enormi possibilità che si possono schiudere…