Interpreti / Il valore del Duo Gazzana e la nuova poetica del Nord Europa
Duo Gazzana, fa molto piacere – e in qualche modo stupisce – trovare delle giovani musiciste italiane di matrice classica nella scuderia dell’Ecm Records. Chi si intende un minimo di storia delle etichette discografiche sa bene che, per entrare a far parte di questa storica “casa”, non è certo facile, più che mai si viene scelti. Sotto questo marchio ci sono soprattutto leggende del jazz e delle sonorità contemporanee, dal pianista Chick Corea a Stefano Bollani giusto per dirne un paio, in mezzo una serie di “dei” e “semi-dei” della musica moderna. Di tanto in tanto spunta un “classico”; ed è questo il caso, di cui stiamo parlando, inteso come interprete (o interpreti) del cosiddetto Repertorio. Il caso, in parte, vedremo il perché. Questa storia discografica, va detto, non è una novità assoluta, perché le sorelle Natascia (violino) e Raffaella (pianoforte) – il duo Gazzana – https://www.duogazzana.com/uc/biografia-duo/ – hanno incontrato l’editore Mandred Eicher (il patron dell’Ecm) già qualche anno fa. E con l'”azienda” tedesca hanno inciso già due album, l’ultimo (2021, ma per queste opere la data della pubblicazione è una questione molto relativa) – come da estetica eicheriana, a partire dalla rigorosa presentazione: copertina sobria, tra bianchi e grigi come a richiamare il passaggio delle nuvole, in neretto il nome della formazione (duo) e i compositori eseguiti. Leggendo i nomi degli autori affrontati dalle musiciste probabilmente, forse, si intravvede il motivo dell’arruolamento. E’ notorio che Eicher e il suo staff prediligono sonorità contemporanee, il catalogo è la cartina di tornasole. Il che non vuol dire necessariamente solo e soltanto autori contemporanei, ma può voler significare un “suono nuovo” e “personale”, in qualche modo “inedito e innovativo” che viene proposto durante le esecuzioni dei grandi compositori del passato o del presente. Sulla copertina delle sorelle Gazzana ecco i nomi di Robert Schumann (1810-1856), gigante del periodo romantico (nell’album la celebre “Sonata No.1 in A minor, op.105”) e Edvard Grieg (1843-1907), considerato il più grande compositore norvegese (“Sonata No.3 in C minor op.45).
Dulcis in fundo, il nome che ancor chiarisce tutto rispetto alla scelta di Eicher: Tonu Korvits (1969), musicista estone vivente, dunque artista del nostro tempo. Le opere, dal Duo Gazzana, ca va sans dire, sono eseguite magistralmente, con suoni profondi cercati in una sorta di viaggio dell’interiorità, “suoni che scavano” risuonano, ma soffermiamoci sull’ultimo autore che questo blog “Fuori Tono” dedicato alla musica contemporanea vuole mettere sotto osservazione. Forse l’ultima volta che lo abbiamo visto in Italia era il 2021, al festival MiToSettembre Musica, dove ha presentato un lavoro su testi di Cesare Pavese. Un lavoro magnifico, con grande uso di corali, una forza espressiva che nella memoria di chi scrive ha lasciato il segno. Di quale “pasta” è fatta la musica di questo personaggio è presto detto. Lui stesso lo spiega, in parte, nel corso di un’intervista per Quinte Parallele.net: “Tanti stili differenti. Da ragazzo ascoltavo per lo più rock e la musica pop degli anni Ottanta. Questa sicuramente ha lasciato un’impronta da cui non riesco a distogliermi neppure adesso”. Poi, nella stessa intervista Korvits parla del brano “Stalker Suite” (nel disco) scritto per il Duo Gazzana: “Ho scritto questa musica in omaggio a Tarkovskij, uno dei miei registi preferiti. Il film Stalker è stato girato principalmente in Estonia (…)”. Nell’album di cui ci stiamo occupando anche i “Notturni” dello stesso autore; bella l’intervista del “Corriere Musicale” diretto da Simeone Pozzini (http://www.ilcorrieremusicale.it/2015/08/tonu-korvits-ognuno-usa-suo-canto), che si occupa anche dell’intero disco (https://www.ilcorrieremusicale.it/2022/11/duo-gazzana-e-la-poetica-evocativa-di-tonu-korvits/?fbclid=IwAR0AC325Nc5O7rXLnPUAerzbqQjKw8U71JW2SCWNrNlFtprUlS0vLg8MEuY)
Morale: il Duo Gazzana appare come una delle giovani formazioni più interessanti e “fresche” sia per scelta di repertori sia per il suono necessario a interpretare le novità della contemporanea colta. Già l’idea di “scegliere” o “farsi scegliere” da autori con Korvits mette in luce una sensibilità profonda e un gusto decisamente sofisticato e attuale. Va ricordato che il Nord Europa è considerato uno degli epicentri della nuova musica di matrice mondiale. Il maestro Estone Arvo Part resta il faro, ma tanti nuovi compositori suoi “figli” (e nipotini) artistici si sono sparpagliati nel mondo, stilisticamente anche prendendo le distanze dal Padre. E grazie all’arte strumentale dei nuovi interpreti di valore, come le sorelle Gazzana (e l’Ecm se è ben accorta), l’innovazione poetica può arrivare a noi, accompagnata dai pezzi del Repertorio (Schumann e Grieg) che ci meravigliano e ci rassicurano, sempre un po’.