Il vicepresidente di Confindustria, Bombassei, ha risposto oggi sul corsera ad alcune mie osservazioni, per la verità molto polemiche, fatte sul giornale di venerdi. La sostanza del mio ragionamento è che Confindustria pensa più agli interessi dei suoi vertici che a quelli dei suoi associati, in particolare delle piccole e medie imprese. E’ per questo che ha apposto la propria firma accanto a quella della triplice sindacale sull’ignobile documento sul welfare predisposto dal governo. Ha dunque barattato dieci miliardi di euro, quanto costerà l’abolizione dello scalone Maroni, per ricevere in cambio 150 milioni per la riduzione delle imposte sul lavoro straordinario. Ebbene sapete come si difende. Sentite: “è stata una trattativa complessa e se alla fine siamo tutti un pò scontenti, è la prova che il governo ha trovato un punto di equilibrio” . A parte il fatto che ad essere scontenti sono gli uomini della sinistra radicale (quelli con il nome comunista ancora in ditta) che diavolo di ragionamento è? Si può forse considerare buono un accordo solo perchè rende tutti scontenti? Boh. A Bomboassei deve essere andata un po’ di polvere dei freni nelle narici.
Ma il massimo, Bombassei, lo raggiunge quando ci spiega che “l’accordo contiene misure importanti di rifoma sociale del mercato del lavoro, che vanno non solo nell’interesse delle aziende, ma soprattutto dei lavoratori”. E anche qui ci viene da ridere. Intanto i lavoratori sembrano già fin troppo tutelati dai sindacati e dal governo che ne è infarcito. E poi Dio ci scampi e liberi da coloro che ci dicono di volere il nostro bene. Una puzza di falsità che si sente lontana un miglio. Che brutto spettacolo questa Confindustria che si occupa solo degli affaracci suoi e ci vende la sua merce come fosse una delizia.