Mutui da panico/3
Ha ragione Geminello Alvi quando ci ricorda come nel 1929, poco prima della crisi di Wall Street, la vendita di automobili in America fosse arrivata ai suoi massimi. E dunque il buon andamento dell’economia reale non è necessariamente un buon indizio di tenuta dei mercati. Rilfessione da tenere a mente in questi giorni. Sul fronte di mercati invece il lunedì, che tanto si attendeva, ha un po’ deluso. Scarse indicazioni. Sì, i mercati europei hanno tentato un timido rimbalzino, ma nulla di più. Piazza affari aveva perso meno dei cugini continentai venerdì, e ha guadagnato meno lunedì. Intanto le banca centrale è intervenuta sul mercato per la terza volta, portanto le sue iniezioni di liquidità a quota 200 miliardi: giovedì scorso i tassi interbancari erano balzati al 4,7%, lunedì al 4,15%. Si va verso la normalizazzione dice Trichet.
Attenzione ai “quant fund”: sono i fondi quantitativi, retti più o meno da modelli metematici elaborati da computer, dovrebbero essere piutosto scorrelati dall’andamento dei mercati. La raccolta degli hedge è vicina a 1.500 miliardi di dollari, di cui una cinquantina (di miliardi) potrebbero essere contagiati. L’iniezione da 3 miliardi di dollari fatta ieri da Goldman Sachs ad uno dei suoi fondi “quant”, che la settimana scorsa aveva perso il 30 per cento del suo valore, fa tremare i polsi.
A parte questo, lunedì si è rivelata una giornata da buttare via per capire a che punto è il contagio da “mutui da panico”.