Renditiamoci conto
In altra discussione e con gli interventi graditi dell’Avvocato Matteucci abbiamo cucinato il tema della tassazione delle rendite finanziarie. Val la pena, però riservare uno spazio ad hoc.
Butto in pentola qualche ingrediente.
1. La tassazione delle rendite finanziarie in Italia è tra le più basse del mondo: bloccata al 12,5 per cento sia per i rendimenti delle obbligazioni (compresi i titoli di stato) sia per i capital gain sulle azioni.
2. Ci si dimentica però sempre di dire che la tassazione del risparmio è la più odiosa delle tasse: in quanto è una doppia tassazione. Insomma i quattrini che vengono investiti in Borsa o nei Bot non cadono dal cielo; sono frutto dei redditi da lavoro o di impresa, che a loro volta sono stati già tassati. Quando si pone l’accento sul punto 1, si dimentica di dire che i quattrini risparmiati e investiti sono al netto di una tassazione che in Italia è la tra le più alte del mondo.
3.Nel 2007 (e con ragione) si è chiesto agli italiani di farsi una pensione complementare e integrativa di quella pubblica. Ebbene i fondi pensione che investono largamente in titoli di stato italiani, con l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, rischiano di rendere ancor meno di quanto hanno fatto negli ultimi anni. A tutto discapito dell’assegno previdenziale che ci aspetterà.
4. L’ultima volta che si è aumentata la tassazione sui Bot si è detto che era una partita di giro. e cioè che le maggiori tasse venivano compensate dai maggiori rendimenti che avrebbero dovuto riconoscere i titoli di stato per mantenere la loro appetibilità. Ora il mercato è però e dunque questo fenomeno non accadrà più. Mi spiego meglio. Diciamo che un Btp decennale renda il 4,3 per cento. Se la tassazione dovesse passare dal 12,5 al 20 per cento, come minaccia il governo, il rendimento netto del titolo dovrebbe diminuire circa del 7,5 per cento (o meglio il 7,5 per cento del 4,3 per cento, abbassando il rendimento netto circa al 4 per cento). Infatti la gran parte del nostro debito pubblico è in mano ad investitori lordisti, che le tasse non le pagano con la cedolare secca.
Cari commensali la tassazione delle rendite finanziarie, che renderà molto poco in termini di gettito, sembra più un ipocrita accanimento sociale (che poi si rivelerà come al solito controproducente per i più deboli) che una buona manovra di equità fiscale.
Dove sono finiti tutti quei progressisti che scomodavano Einaudi: qualcuno si ricorda cosa scrisse sul risparmio?