Sig. Porro,
ho letto attentamente, nei giorni scorsi i suoi articoli relativi alle ipotesi governative di procedere ad una razionalizzazione in tempi ravvicinati del quadro fiscale italiano, che alla fine riconducevano ad una riduzione del numero delle aliquote.
Ho tratto l’impressione che Lei credesse fermamente al successo ed alla realizzazione di questa ipotesi.
Io personalmente avevo dei forti dubbi che ciò potesse avvenire tenuto realisticamente conto del contesto internazionale e della precaria situazione economica generale in cui versa il Paese. Peraltro, mi sono detto: se un brillante, attento e preparato cultore della scienza macroeconomica quale Lei è non manifesta dubbi in merito e non solleva critiche (specialmente sugli ipotizzati tempi di esecuzione del progetto), vuol dire che i principi, le regole ed i vincoli che governano il procedere economico, che avevo appreso a scuola e nella vita pratica, non sono più attuali. In altri termini, mi sono chiesto: la scienza economica è mutata così profondamente ed io, ormai avanti negli anni, non me ne sono reso conto? Mi creda, la cosa mi preoccupava molto
Invece,l’uscita odierna del Presidente del Consiglio, che, praticamente, si è, come spesso succede, “rimangiato” tutto quello che solo pochi giorni fa aveva affermato, non fa altro che confermare che i miei dubbi erano fondati.
Lei è sempre convinto che l’ipotesi di riforma fiscale (realizzabile in tempi brevi) delineata, ed oggi ritrattata, fosse veramente e realisticamente percorribile???
Capisco che deve conformarsi alla linea editoriale del quotidiano su cui scrive, ma c’è un limite a tutto. Non si possono sacrificare le “rigide regole economiche” ed il buon senso ad opportunismi e funanbolismi………insomma, Lei è giovane………….. e non sempre si può, cito un proverbio, “legare l’asino dove vuole il…..medesimo”
Cordialità.
s.c.

GENTILE Lettore
Più che conformarmi ad una linea editoriale
cerco di influenzarla per quanto ovviamente
un vicedirettore possa. Quindi i limiti li ponga Lei alle sue
illazioni.

Riguardo al cavaliere e alle sue premesse fiscali
con le dichiarazioni di oggi il cav ha fatto un grande errore
e per questo perderà consensi

Nel merito il Cav potrà dire di avere ragione
e cioè di aver parlato di riforma fiscale e non già di riduzione delle imposte nel 2010:
in punto di principio linguistico può caversela,
ma politicamente ha torto marcio.

Infine ridurre le imposte è tecnicamente fattibile in un fiat
trovarne la copertura è ovviamente più complicato.

ma non sono stato io a sostenere la riduzione delle aliquote
non sono stato io a sostenere la riduzione della pressione fiscale
non sono stato io a dire che l’Irap fa schifo.

Lo ha detto prima il programma di Berlusconi
e poi l’ho letto nel suo libro bianco.

E non voglio credere che su 800 miliardi di euro
di spesa pubblica all’anno non si riescano a trovare risparmi
per ridurre il peso del fisco (a proposito proprio oggi il consiglio dei ministri
ha prorogato i tagli alle poltrone degli enti locali, gettando al fumo più di 200
milioni di risparmi in un triennio)
Come è possibile che per tenere in piedi l’impianto Fiat
di Termini Imerese, la politica faccia uscire dal cappello 500 milioni
e non trovi risorse simili (o meglio sarebbe proprio queste) per ridurre
l’Irap alle microimprese alzando la soglia di esenzione?