Mi frulla in testa, anzi in cucina, da un po’ di tempo. E grazie ad un amico ai fornelli che mi ha raccontato di qualche malumore artigianale (dunque ben fatto), vi propongo questo piatto: ma cosa diavolo c’entrano gli artigiani con la Confindustria delle partecipazioni statali? Ma come ha fatto rete imprese italia a firmare con Abi e Confindusatria il cosidetto progetto delle imprese per l’Italia? I commensali sanno che il cuoco è piuttosto critico nei confronti della politica economica del Cav e peggio ancora con quella di Giulietto. Ma che si sono fumati i nostri amici artigiani per accodarsi a Mussari e Marcegaglia? Non capiscono che l’operazione è puramente politica? Che la loro firma serve a fare numero per le velleità politiche di sciura Emma e Mr Mussari? Banche e grandi imprese si sono accorti di loro solo per utilizzarli come utili (e numerosi nel senso di iscritti) idioti? Sia detto senza offesa. Perchè da queste parti gli artigiani sono venerati. Ma come fanno a sottoscrivere un dosumento che prevede la patrimoniale? Chi pensano che la paghi la ptrimonbiale? Le holding lussemburghesi, i conti svizzeri o gli artigiani-commercianti che hanno la casa nella bottega o viceversa. E la tracciabilità sopra i 500 euro? Bella idea davvero: è come mettere la firma sotto il pregiudizio radicato per cui in Italia l’evasione è solo quella degli artigiani.
Gli artigiani sottoscrivono il documento pensato dalla sciura Marcegaglia che all’ultimo condono ha sganciato 9,5 milioni. E questi ci fanno la predica sulla tracciabilità, sull’evasione. Ma fateci il piacere.
Ad ogni tornata elettorale il politico di turno va da artigiani e commercianti e dice loro: voi siete il paese reale e noi faremo questo e quello. I nostri piccoli imprenditori si sono resi conto che è una gigantesca presa per i fondelli. Non si rendono conto che Confindustria e Banche hanno fatto la stessa cosa: hanno ottenuto la firma dei piccoli solo per farsi forza coi grandi.

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