Eiste una via morbida al socialismo? Ha senso parlare di socialismo di mercato? Si può coniugare l’intervento dello Stato con il regolare funzionamento dell’istituzione principe dei liberali? Pare proprio di no. Almeno per de Soto. L’editore Solfanelli ha avuto il grande merito di pubblicare in Italia Socialismo, calcolo economico e imprenditorialità dell’accademico spagnolo. Si tratta di un testo bellissimo. Ha un corpo centrale piuttosto tecnico. Ma non spaventatevi. De Soto (come dimostra anche il suo recente libro edito dalla Rubbettino, Moneta, credito e cicli economici) ha il dono della chiarezza. Scrive in modo limpido; ci conduce per mano nei segreti della scuola austriaca. Ricorda Hayek e Mises come farebbe uno di quei testi informatici per dummies. Il punto fondamentale resta la definizione precisa di socialismo come «restrizione o aggressione istituzionale contro il libero esercizio dell’azione umana» che si suole giustificare «a livello popolare, politico e scientifico, come sistema capace di migliorare il funzionamento della società». Per uno studioso della scuola austriaca è una posizione inconcepibile. La società per costoro è un processo, «cioè una struttura dinamica di tipo spontaneo». Ogni intervento modifica il gioco degli incentivi e soprattutto compromette le informazioni che sono diffuse, in modo non pianificabile, tra milioni di attori (molto interessante ed italiano il paragrafo che denuncia l’economia sommersa come frutto marcio del socialismo). Non esiste una versione decaffeinata della pianificazione. Il virus o è presente o è assente. «Quello che i socialisti di mercato non capiscono è che non si può esercitare impunemente la violenza sistematica contro l’essenza più profonda dell’essere umano: la sua capacità di agire liberamente in qualsiasi circostanza concreta di tempo e di luogo». Il socialismo è inoltre un «errore intellettuale poichè è teoricamente impossibile che i comportamenti sociali si possano adattare mediante un sistema di coazione istituzionale contro la libera interazione umana». L’idea che spesso i nostri politici di destra e di sinistra hanno di giustificare le loro, evidentemente scarse, convinzioni ideali, «ammorbidendo» il socialismo con dosi di mercato, o al contrario mortificando il mercato con dosi di pianificazione sociale, non sono altro che un trucco. Si prega di leggere De Soto prima di somministrarci la palla (teorica e pratica) del socialismo di mercato.

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