La concorrenza del panino la perde Italo
Avvertiamo subito i commensali, che questa è una vera zuppa. Per una volta parliamo davvero di forchette e coltelli.
Ci occupiamo dei pasti tra Roma e Milano o, a vostro comodo, viceversa. Il pendolare che ha qualche esigenza di velocità tra le due capitali italiane ha tre strade: il treno di Moretti, superboss delle Fs, quello di Montezemolo, che si chiama Italo, o il volo Alitalia. I tre vettori, come è normale, si danno botte da adolescenti per conquistare o mantenere quote di mercato.
Ma, dicevamo, vogliamo parlare di cibo. Ebbene i nostri tre moschettieri hanno deciso di darci del companatico a bordo. Insomma ci vogliono coccolare. Ahimè, ottengono il risultato esattamente opposto.
Il caso più clamoroso è quello di Italo, il nuovo treno di Montezemolo&co. «La tua cucina in viaggio» è una roba che si deve essere pensata uno degli sceneggiatori di Spazio1999, quel vecchio e stupendo telefilm degli anni 80 in cui un gruppuscolo di umani era rimasto bloccato sulla luna. L’offerta Italobox se l’è inventata la creme del nostro radicalchicchismo culinario e cioè Eataly. Frutto del geniale Farinetti, che tra un consiglio a Matteo Renzi e un supermercato all’Ostiense, ha trovato il tempo di piazzare una confezioncina di presunte prelibatezze su Italo. Vi arriva una scatoletta di cartone con dentro le cose più assurde, ovviamente narrate come neanche un Vendola in grande forma riuscirebbe a fare. Vi trovate la «purea di frutta al 100 per cento», ovviamente grissini e «lingue di pane» oppure verdure rigorosamente «cremose». Leggete e impazzite, mangiate e svenite. Il piatto principale è servito «a temperatura ambiente» (cioè di inverno sotto zero e d’estate a 2mila gradi), in una specie di scatoletta (come quelle dei sottolii riciclati della nonna) di vetro dove è difficile inserire la forchetta. Vi sembra di essere non un passeggero di un treno, ma una di quelle signore che vanno nei supermercati di Farinetti, munite di busta riciclata di canapa indiana degli anni 30, e che dopo aver comprato pastasciutta organica, biologica, etica e sana per 300 euro escono soddisfatte sostenendo che tutti dovrebbero fare la spesa là: insomma vi sentite un cretino.
Al confronto la cucina del compagno Moretti, tradisce la sana cultura cigiellina del suo amministratore. E vivaddio non ha alcuna pretesa. Un piatto di pasta al pomodoro ve lo servono sempre. Il classico mozzarella e prosciutto non manca mai. Roba semplice, forse non biologica, e senza tanti gamberetti di fiume dolce pescati in modo ecologicamente compatibile con reti insonorizzate. La prenotazione viene fatta come ad un festival dell’Unità e a tavolo ci si siede tutti insieme, così alla spicciolata, come viene comodo. Il rischio che il vicino ti auguri il buon appetito è altissimo. Ma è un prezzo che val la pena pagare per non beccarsi il box di Montezemolo.
E infine l’Alitalia. Lo snack di bordo è così dai tempi di Nordio. Anche se la nuova dirigenza ha inserito un drammatico tramezzino in doppia variante di farcitura. Apprezziamo lo sforzo. Ma lasciate perdere. Infine una supplica: Alitalia è l’unica compagnia aerea al mondo ad aver individuato delle salviette rinfrescanti che una volta usate lasciano la pelle appiccicosa. Un tramezzino in meno, un investimento su Floris in più.
Si scherza, ma non troppo. Natale si avvicina e non vorremmo trovarci con qualche stravagante ideona culinaria dei nostri amati vettori. Resta ancora insuperabile il panino Fattoria dell’autogrill Cantagallo.