Il fisco non pensa all’Expo
L’Agenzia delle Entrate con una sua nota dei giorni scorsi ha stabilito che le multinazionali internazionali che parteciperanno all’Expo dovranno essere tassate in Italia. Tecnicamante, pur restando in Italia solo per sei mesi, si considererà la loro organizzazione stabile nel nostro paese e dunque non potranno sfuggire alla tassazione sul reddito in casa nostra.
Insomma oltre a pagare l’Iva come è normale, dovranno fare un bilancio fiscale italiano e pagare sugli utili eventualmente realizzati.
Sei mesi è il limite previsto dalla legge per definire “stabile” e dunque tassabile un’organizzazione, esattamente la durata dell’Expo. Una seccatura in più per gli investitori internazionali, un gettito relativamente modesto per le nostre casse, ma un biglietto da visita micidiale nel far capire in giro per tutto il mondo quanto poco sia friendly il nostro fisco. Complimenti.
ps, ma perchè tutte le cirocolari, o quasi tutte, di questaa nobile agenzia, ma non solo, sono contraddistinte da un numero seguito da una barra e poi una lettera? 36/a oppure 35/e? Non si può pricedere solo con i numeri?