Letta e la fortuna sugli spread

Nelle sale operative della nostra miniCity finanziaria ci si interroga sulle conseguenze di mercato per l’arrivo di Letta&Co al governo. Il presidente incaricato conosce bene il mondo degli affari e una delle sue sentinelle, il deputato Francesco Boccia, ha le idee molto chiare. Fu il giovane parlamentare pugliese, ad esempio, a fare fuoco e fiamme, anche contro il parere del suo partito, contro l’introduzione della Tobin tax >all’italiana. Un’imposta che non dà gettito e che contribuisce a distruggere quel poco di finanza che ancora resiste a Milano. Nelle settimane scorse Magnus Wilberg (economista al ministero delle Finanze svedese) sul Financial […]

  

La dittatura della Rete ha sostituito quella del proletariato

La sinistra è passata dalla dittatura del proletariato a quella dei follower. Dalla definizione di coloro che seguono un qualsiasi leader su Twitter, la nuova piazza urlante della politica italiana. E la novità non è affatto positiva. Abbiamo sostituito la «gente», il «popolo», le «piazze» con Twitter. La cosa, significativa dal punto di vista del costume, sarebbe comunque irrilevante se tutto filasse per il verso giusto. Il leader si apre un account (un profilo) sulla bacheca elettronica. Scrive le sue frasette da massimo 140 caratteri. E un gruppo di persone più o meno interessate lo segue, gli scrive, lo incalza. […]

  

Telecom for sale. Il rischio truffa

L’offerta cinese su Telecom rischia di diventare la più brutta operazione di Borsa degli ultimi anni. E non certo per questioni nazionalistiche, che qua contano poco. No. Per lo sfregio che arreca ai cosiddetti azionisti di minoranza, che in Telecom si possono definire così solo per convenzione. Sarebbe uno schiaffo o un furto, a seconda del vostro umore. Da quando sono uscite le prime indiscrezioni sull’interesse dei cinesi (4 aprile) Telecom italia ha guadagnato il 15 per cento. Aspettate a gioire: le quotazioni di queste ore sono ai minimi dall’agosto del 2007. Vediamo con un po’ di freddezza, cosa però […]

  

Thatcher, è morta una grande

Quando nel 1979 gli inglesi sceglievano Margaret Thatcher l’Urss iniziava la sua occupazione dell’Afghanistan. La Fiat licenziava 61 operai per violenze in fabbrica e i sindacati confederali, cioè tutti, proclamarono uno sciopero di protesta. Khomeini cacciava, nel consenso generale, lo Scià di Persia. In Italia scoppiavano gli scandali dell’Eni Petromin e Mario Tanassi si faceva quattro mesi in gattabuia. La chimica privata dei Rovelli e dei Monti saltava e a Milano veniva ucciso Giorgio Ambrosoli. Sembra di parlare di un secolo fa. Pensate un po’, in quei mesi veniva inaugurata la sede del Giornale, dove è oggi e, al terzo […]

  

Fate presto? Sì, ma cosa

Un milione di licenziamenti nel 2012. Pressione fiscale salita al 52%. Consumi crollati, Pil sceso più del 2%. Nel medesimo sciagurato anno, 80mila italiani sono scappati all’estero: la metà di loro sono giovani. Il traffico autostradale è sceso e abbiamo iniziato a consumare anche meno energia elettrica. Il debito pubblico è cresciuto di 80miliardi e le sofferenze bancarie sono salite a 130miliardi. Vi basta? Per carità di patria e rispetto del lunedì ci fermiamo. Attribuire tutta la responsabilità al governo Monti è scorretto, così come scorretti sono i tecnici che sostengono di aver salvato il Paese. La parola d’ordine della […]

  

Le vere malate d’Europa sono le banche tedesche

Se domani la sede legale di Unicredit o di Intesa-Sanpaolo o persino di Mps dovessero per magia essere spostate a Francoforte, il valore delle rispettive azioni salirebbe in un istante. Per il solo fatto di abbracciare i regolamenti creditizi della grande Germania. Se, al contrario, Deutsche Bank dovesse traslocare baracca e burattini a Milano, sarebbero guai seri, per la prima banca europea. In pochi oggi mettono in discussione la solidità del sistema creditizio tedesco. Eppure se c’è un rischio per l’Europa sono proprio le banche della Signora Merkel. Che godono di immeritata reputazione. Intanto qualche numero. Delle circa duemila banche […]

  

Le vecchie liturgie di Bersani

Non si riesce bene a capire per quale motivo il presidente incaricato, o semincaricato, Pier Luigi Bersani stia facendo questo lungo valzer di incontri con le parti sociali. E non si occupi piuttosto di tenere in piedi il suo partito, che si sta platealmente dividendo (e questi in effetti sono affari suoi), e soprattutto non provi a stringere quella mano tesa da parte della seconda coalizione uscita dal voto. O forse si capisce benissimo. L’idea è che gli italiani si possano guidare attraverso un grande accordo, antidemocratico, con l’establishment. L’idea che un Paese si possa guidare attraverso il consenso delle […]

  

I conti di Cipro e le leggi di Cipolla

Pcapire bene il caos cipriota bisogna rileggersi un grande economista come Carlo Maria Cipolla. E le sue leggi sulla stupidità umana. La prima è fondamentale: sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione. La seconda è esplicativa: la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa. La probabilità di pizzicare uno stupido tra i Nobel, sostiene l’economista, è pari a quella di ritrovarlo in una cerchia di contadini, o studenti o bidelli. Temiamo che però Cipolla non fosse al corrente che nell’universo mondo ci sono, da un […]

  

Gli stipendi dei manager e quelli dei calciatori

Chi se li è meritati di più? Lionel Messi o Andrea Orcel? David Beckham o Fulvio Conti? Parliamo ovviamente di stipendi. I tifosi del Barcellona cosa ne pensano dei 15 milioni di euro (senza bonus e sponsorizzazioni) che si becca il loro beniamino? E gli azionisti di Ubs come valutano i 20 milioni attribuiti al boss della loro banca d’affari? Fulvio Conti, il numero uno dell’Enel si è ridotto il suo stipendio da quattro a circa tre milioni. Peanuts se paragonati agli introiti di Beckham. Il sito goal.com ha recentemente stimato il patrimonio dell’inglese ingaggiato dal Paris Saint Germain in […]

  

Alitalia e la truffa delle Miglia

Come ormai i commensali di vecchia data sanno, nella zuppa ogni tanto mi cucino la mia odissea (si fa per dire ovviamente) di pendolare milano-roma (dai panini ai disservizi). Ogni fine settimana parto da Linate (ottimo aeroporto) e atterro a Fiumicino (un disastro) e il lunedì viceversa. Talvolta anche in mezzo alla settimana sono costretto al volo. Stop alle critiche sul fatto di non prendere il treno (ci arriviamo dopo). Come potete immaginare accumulo una quantità indecorosa di miglia premio. Alla fine dell’anno scorso il concorso scadeva e raramente ero riuscito ad usare le miglia accumulate (sfortuna?). Mi arriva una […]

  

I giochetti di Intesa e quelli dei Benetton

Altro che giovanilismo. C’è un campo in cui le persone anziane sono imbattibili. Mutuando un termine debenedettiano (Dio ce ne scampi), per essere degli abili power broker (traduzione anglosassone di «banchieri di sistema») occorre avere almeno più di settant’anni. Il caso da laboratorio è Intesa Sanpaolo. In teoria la più importante banca italiana. In pratica il laboratorio di tutte le possibili alchimie politico-finanziarie che sono immaginabili in Italia. I cinque azionisti più influenti sono Fondazioni bancarie. Insieme hanno circa un quarto del capitale della banca e grazie ai loro presidenti, Intesa (sì certo c’è anche San Paolo) si può definire […]

  

Radicali, altro che Grillini

Agli italiani degli sprechi della politica non importa davvero nulla. Non gettate subito la zuppa e seguite il ragionamento. Diciamo meglio: gli italiani si dicono indignati per gli sprechi, ma non si comportano di conseguenza. Così come tutti si dicono contro l’evasione. Ma quella degli altri: poi, una ricevutina farlocca l’accettano in molti. Ma come, si dirà, con i milioni di voti ottenuti da Grillo come si fa a sostenere una panzana simile? Stop. Fermiamoci un attimo. Il voto di Grillo è tante cose e non staremo qui a fare il predicozzo o l’analisi di chi sapeva tutto, anche se […]

  

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