02Giu 15
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Questo paese di parrucconi è veramente una schifezza. Parrucconi buoni solo a declamare principi favolosi di onestà, correttezza ed eticità ci sono sempre stati per carità. Il problema è che abbiamo sempre pensato che sotto queste profumate parrucche, si celassero solo teste di rapa. Alzi la mano chi è a favore della disonestà? Faccia un passo avanti chi è favore della corruzione? Nessuno è ovvio. Il nostro parruccone moderno fa di più, questiona i quarti di nobiltà. Tipo alla Caccia. Vabbè tutti sapete della genialata democratica della commissione antimafia, guidata da Rosy Bindi. Non è pietanza da Zuppa, ma nel […]
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07Lug 14
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Sentite questa e arrabbiatevi. Un piccolo imprenditore compra un nuovo macchinario. Lo deve attaccare alla rete elettrica. Passa circa un mese e nessuno all’Enel se lo fila. Nonostante le promesse è ancora senza corrente. Perde clienti e posti di lavoro. Certo all’Enel, società in parte privatizzata, debbono occuparsi delle decine di miliardi spesi per comprare Endesa a debito. Devono affrontare il calo del consumo elettrico che non ripaga i loro investimenti. Ma al nostro piccolo imprenditore brianzolo interessa poco. Grazie alle inefficienze burocratiche del moloch, rischia di saltare. Qualche chilometro più in là, un imprenditore del settore alberghiero ha bisogno […]
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12Mag 14
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Il governo italiano, attraverso i suoi rappresentanti del Tesoro, sta facendo il primino della classe nelle società a partecipazione pubblica. Il presidente del Consiglio se ne vanta e, pur ammettendo che si tratta di un codicillo pensato dal predecessore e da Saccomanni, tira dritto. Nonostante le brutte figure. Stiamo parlando dei requisiti di onorabilità dei consiglieri di amministrazione. Secondo i fenomeni del Tesoro, chiunque subisca un rinvio a giudizio (si badi bene non una condanna di primo grado) deve dimettersi dalla poltroncina più o meno dorata. Pensate cosa accadrebbe se una norma identica si applicasse all’universo dei nostri dirigenti pubblici. […]
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13Set 12
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Anche i grandi soffrono. Con lo spread stabile da mesi sopra quota 400 anche le poche grandi imprese italiane soffrono. Il paradosso è che in questo caso a goderne maggiormente sono gli stranieri. Colpa nostra certo, ma come vedremo tra poco la faccenda è davvero intricata. E pericolosa. Come ha documentato bene Laura Serafini sulSole24ore le grandi e poche multinazionali italiane che chiedono prestiti, debbono pagare un differenziale rispetto ai loro competitor stranieri fino a due punti percentuali. Si tratta di un mucchio di quattrini. Pensate all’Enel e ai suoi 43 miliardi di debito. Rispetto alle grandi multinazionali straniere dell’energia […]
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