Checche e Machi in Parlamento
Venerdì 26 luglio 2013 – Ss. Anna e Gioacchino (nonni materni di Gesù di Nazareth) – Taurianova
h 00.38 e non chiudo occhio. Che mi succederà, fra qualche giorno, se mi autodefinirò, come faccio da anni, Ricchione? Mi arresteranno? E cosa ne sarà della mia adorata autobiografia “Diario di una vecchia checca”? Sarà ritirata dalle librerie e bruciata in piazza davanti alle scolaresche e ai gruppi scout? Mi potrò ancora prendere per il culo, o rischierò la galera? E per quanti anni? Per come si stanno mettendo le cose, sembra che anche noi, froci di sempre, dovremo stare attenti a ciò che diremo quando parleremo delle nostre cose. Diventeremo un altro tipo di minoranza: gli Intoccabili. Ricchioni e Intoccabili. E Innominabili. E Inguardabili, anche. Perché se lo sguardo diventa offensivo, possiamo ricorrere alla denuncia e far mettere in gattabuia il razzista di turno. Possono girarmi i maroni??? Almeno quanto mi girano quando sento parlare di femminicidio? Che tempi cretini!!! Perdiamo tutto questo tempo per fare la punta ai chiodi sulle parole e ci facciamo fottere sulle cose concrete. Convegni, seminari, incontri, eventi e manifestazioni più o meno incazzate, proposte/imposte di legge per categorizzare, paralizzare, specificare. Separare. Disunire. Allontanare gli uni dagli altri. Eh, sì! Così diventeremo universi vicini non osmotici. Senza sentimento. Senza canali di comunicazione. Ghetti! Merdosi ghetti isolanti ed isolati. Anche nelle colpe e nei reati. Saremo presto dei mostri dai sentimenti onanistici. Ci automasturberemo le menti e i corpi. Non daremo all’altro da noi niente di speciale per cui possa innamorarsi. E tutto in nome di cosa? Dell’affermazione di un Io fin troppo personale? E quando avremo finito di costruire queste orride nuove categorie di appartenenza, queste razzepure del Terzo Millennio, come le continueremo a sottoparzializzare? Froci grassi, froci bassi, froci laureati, diplomati, analfabeti, oralfabeti… Stiamo cadendo nel ridicolo per mancanza di coraggio. Il coraggio di dirci Uguali a prescindere. Ci sarà un motivo per il quale io e molti non siamo punto interessati a questa menata della legge sull’omofobia? La paura della diversità da sé, a mio parere, si combatte con l’energia pulita della libertà dal pregiudizio. Ogni pregiudizio. Costruire nuove categorie umane, invece, corrisponde a far nascere nuovi pregiudizi. E non ci casco nella trappola della tutela delle minoranze. NON SONO UNA MINORANZA, CAZZO!!! Mi chiamo Nino Spirlì, intendo e voglio. Il resto è vita. Da riempire ogni giorno. In compagnia di tutti Coloro che incontro. Nel bene e nel male. Qualunque sia il bene ed il male. E non sarà una legge a rendermi più vivo o meno morto. E, ora, parliamo di lavoro. Di dignità che si rafforza col lavoro. Parliamo di futuro.
… fra me e me. E non solo.