Non parto in vacanza. Rispetto chi non può.
Sabato 10 agosto 2013 – San Lorenzo martire – Taurianova
No, niente vacanze, quest’anno. Non ho animo per partire. Non me la sento, ecco. Mi sembrerebbe di offendere tutte quelle famiglie che hanno difficoltà anche solo a mangiare, figuriamoci a pagare l’affitto o a spendere per andare in vacanza. Milioni di italiani sono a spasso e senza speranza di trovare un lavoro nel tempo breve. Non esiste, il lavoro, in Italia. Almeno per ora. Sembra che una strega cattiva abbia fatto la magia, l’incantesimo, e lo abbia fatto sparire da tutto lo Stivale. Le famiglie fanno di necessità virtù. La bistecca ha lasciato il posto alla cotoletta impanata due volte, e non è di manzo: prima era di pollo, adesso va bene anche il tacchino. La fesa è stata sostituita dalla sovracoscia disossata e affettata. Il pane si impasta in casa, magari seguendo la ricetta presa sul giornale di cucina oppure imparata dalla vicina di pianerottolo, che ci da pure il “lievito madre”. Eh, sì: per coprire il bisogno, facciamo diventare tutto una sorta di “nuova giocosa scoperta dei fornelli”. Sparite le costosissime buste di primi piatti precotti e secondi “preparati” del macellaio, la massaia e il massaio si ingegnano con la fantasia per riciclare coste di bieta e foglie esterne di lattuga, un tempo considerate meno che spazzatura. La gente risparmia e non tira avanti comunque. Ed io non parto. No. Rinuncio al viaggio verso il mare più mare, verso la montagna più montagna delle mie e resto a casa. A immaginarmele o ricordarle, le onde e le pinete. Come fanno gli altri milioni di persone che stentano. Mi tengo la mia pelle bianca e anche qualche doloretto alla schiena. Non mi farò “purgare” con salatissimi conti marini nei ristoranti ” a base di pesce”, nei quali due involtini di alice diventano una sciccheria per emiri. Non aspetterò il sorbetto a fine pasto in attesa che mi ghigliottinino col “conto finale”. Non litigherò col nipotino che vuole salire sulla giostrina a 2 euro al giro di 30″. Non mi coprirò con quello stupido cappellino cinese di finta paglia di Firenze, pagato come se fosse intrecciato dalle fate delle fiabe. Non ostenterò teli da mare inutilmente griffati. E non cadrò nella trappola della vacanza a risparmio. Non esiste. Non veramente. Chi esce di casa, spende. A prescindere. Questo è l’anno del buonsenso e dell’autocontrollo. Questa è l’estate in cui tutti dovremmo occuparci del nostro vicino bisognoso e tenergli compagnia. Questo è il caldo da condividere con chi vorrebbe e non può. E, se abbiamo due soldini in scarsella, teniamoli buoni lì. Potrebbero servire. La Grecia non è lontana e la consideriamo da sempre sorella: ecco, nostra sorella sta male e noi non ci sentiamo bene per niente. Poi, se tutto rientrerà, potremo raccontare dell’anno in cui abbiamo scelto. Non rinunciato: Scelto!
… fra me e chi non parte…