Francesco Comandè. Campione paraolimpico nazionale. Orgoglio della sua Calabria
Giovedì 19 settembre 2013 – San Gennaro vescovo – Reggio Calabria
“Mi alleno sei volte a settimana. Ovunque. In questo periodo, uso lo stadio di Polistena e la palestra di Christian, a Cittanova. Ma non mi perdo le lunghe passeggiate nei sentieri della mia campagna. Vivo in mezzo agli ulivi e agli aranci. Da loro ho ereditato la forza e la solarità. Non mi abbatto mai. Penso che ci sia sempre un motivo buono per andare avanti e non dimentico chi sta peggio di me.”
Ed io mi commuovo. Lo osservo, mentre mi parla, seduto sulla poltrona del salotto di casa mia. Francesco Comandè. Il Campione dei 100 m. Non importa con quante gambe abbia corso. Quanti piedi abbia poggiato in corsa sulla pista.Ha volato! Ci ha resi orgogliosi della sua forza e del suo coraggio. Della voglia di non arrendersi alle prime timide vittorie. Di non consegnarsi alla noia della provincia. Alla compassione dei buonisti, alla solidarietà senza motivo, alle cure senza un fine ultimo, se non quello di aspettare domani. Magari, un lavoro al centralino e un matrimonio.
No, il Falchetto della Piana ha deciso di andare in picchiata verso la medaglia d’oro. E se l’è messa al collo. Condividendola con tutti i ragazzi che, come lui, hanno perso qualche centimetro di corpo fisico. Guadagnandone in Anima. Aveva 11 anni, The Champ, quando a seguito di un incidente col trattore, in campagna, perse la gamba destra. “Nonostante la giovane età, con l’aiuto dei miei genitori e la mia caparbietà mi presi la mia rivincita verso quel destino maledetto. Ce l’ho fatta a sopravvivere.” Decine di dolorose operazioni, in un anno e più trascorso negli ospedali lombardi, ma senza perdere il sorriso e la tenacia. I suoi genitori hanno imparato da lui anche l’autoironia, dopo l’ironia e la forza d’animo. La stessa autoironia che sfoggia con una vecchia checca spietata, oggi, qui a casa mia. La foto della “mia collezione di piedi” mi ha fatto ridere a schiattare.Domani andremo insieme all’appuntamento annuale dei paratleti, l’Happy Run di Reggio Calabria. Mi ci ha invitato. Per presentarmi alla sua cara amica, Giusy Versace, un’altra stella luminosissima nel firmamento calabro. Questi due ragazzi ci stanno imbottendo di Umanità e Sentimento. Senza fare nulla di straordinario: VIVONO. Per come sono. Campioni! … Fra me e i miei Campioni…