L’Onore di essere Cristiani
Domenica 25 maggio 2014 – Sant’Urbano – Taurianova
Scegli Cristo quando, fiducioso dell’amore dei tuoi genitori, ti fai bagnare, ancora infante, dall’acqua della Fonte Battesimale.
Scegli Cristo quando, bambino, sei orgoglioso della tunica bianca che ti accompagna all’altare per accostarti all’Eucarestia.
Scegli Cristo quando ne diventi compagno di viaggio con l’Olio della Cresima.
E lo scegli ancora quando Gli chiedi di benedire le tue nozze, le tue scelte, le tue gioie e i tuoi dolori. E anche il faticoso e stretto cammino verso la morte.
Lo scegli perché è un Amico. Perché è il Cielo che si è fatto Uomo, vero uomo, e ha deciso di “cum patire”, soffrire con te.
Laddove la “sofferenza” non sia fatta necessariamente solo di piaghe, ma anche dei piccoli disagi quotidiani. Delle difficoltà personali, familiari… O di popolo, di appartenenza.
Quando mi chiedono perché esco con Cristo e me ne vado a spasso con Lui, rispondo che un Uomo così perfetto in tutto non l’ho mai incontrato.
Non so se sia nato veramente in una grotta, coi pastori alla porta e la madre che lo riscaldava col fiato del bestiame. Né sono così convinto che facesse prodigi già dall’infanzia. Un certo cinema ne ha fin troppo ammielato l’immagine.
Ma sono assolutamente convinto che sia un giovane che abbia studiato tanto, che abbia imparato la Vita e che il Cielo gli abbia concesso un Potere Divino straordinario.
Nei passi della Bibbia leggo di guarigioni e anche resurrezioni. Perché no? Fino a prova contraria, Gesù le ha compiute.
Ma il grande miracolo lo compie da oltre duemila anni. Perché rinnova l’Amicizia col mondo da quel lontanissimo Anno Zero.
Perché, nonostante il tradimento di Giuda (e, con lui, di tutti i Giuda che si sono susseguiti nella storia e di quelli che vivono oggi e di quelli che nasceranno), Lui crede ancora nella nostra buonafede.
Nonostante i Papi di ogni tempo. Nonostante le tonache infangate e quelle lussuriose. Nonostante le trame di palazzo e gli sperperi senza morale.
Gesù c’è!
E resta a fianco di milioni di Cristiani. Che, a modo loro, lo pregano, lo adorano, lo glorificano.
Ed io con loro.
Perché Gesù di Nazareth è un Punto Fisso anche quando ci litighi e gli sbatti la porta in faccia. Tu resti lì, a brontolare, magari urlare, e Lui resta lì, paziente, in attesa che tu decida di riaprirla, quella porta.
In onore Suo e di Colei che fu sua Madre, ci hanno insegnato a recitare il Rosario. Ottima arma contro la confusione. Il Rosario ti inchioda. Ti costringe a tacere le tue lagnanze e a dedicarti alla contemplazione. Al riposo della mente. Ti impone il silenzio, spezzato solo dalla preghiera ripetuta e dalla musica della corona che passa fra le tue dita e li massaggia. E ti rilassa.
Sembra cosa vecchia e sorpassata, e, invece, è sempre più moderna ed efficace.
Ogni religione ha il suo Rosario. E ogni fedele lo recita con fiducia e speranza.
La stessa speranza che spinge i Cristiani nelle chiese di tutta la Terra. Dalle più povere alle più ricche. Da quelle più oneste a quelle meno limpide, verso le quali si spera sempre che cambino e ritrovino il sentiero della Luce.
No, non è poesia, né, tantomeno, ottusità. Come mi disse, tempo fa, un amico “senzadio”, che, però, cercava certezze nella scienza. Le stesse certezze che a me vengono dal cristianesimo.
Non è certo un prete mariolo che può allontanarmi dalla mia scelta. E nemmeno un esercito di preti marioli. E’ come se, per colpa di uno o centomila che mi parlano male del mio Amico, io decida di scacciarlo. Non se ne parla proprio!
Il mio amico Gesù, per me – anche per me – ha subito il tradimento, l’arresto, un processo farsa, la tortura, l’offesa, la derisione, la morte.
E ne è rinato, felice e trionfante.
Ed ha cambiato il modo di fissare il tempo, i calendari, la storia e la vita dei popoli.
Oggi, tradito, offeso e ucciso come ventuno secoli fa, cura e piange tutti quei morti che, nel Suo nome e per il Suo nome, vengono massacrati in tutto il Pianeta.
Crocifissi come Lui, abbattuti a colpi di machete, sparati, sgozzati, affogati o bruciati. Oppure incarcerati e dimenticati. In quanto Cristiani.
E, nonostante ciò, ancora Fedeli ad un Amico.
Questo è Cristo! Non altro.
Il mio Amico. Lui fedele a me, ed io fedele a Lui.
A prescindere. Da ogni motivo di rabbia, sconforto, o, semplicemente, stanchezza.
Perché anche la migliore fra le amicizie, a volte, tace. Per riprendere subito dopo, più lucente e robusta di prima.
Onorato, Cristo, di essere Tuo Amico.
Fra me e me. Dedicando la domenica ai morti Cristiani, nuovi Martiri.