Venerdì 4 luglio 2014 – Santa Elisabetta – Redazione SUD, Area Porto Gioia Tauro

E, dopo Berlusconi, i tedeschi aggrediscono Renzi. Quel vizio non lo perderanno mai. Sentirsi i primi della classe. Quella stucchevole aria da saputelli ha cominciato a scocciare e a innervosire. Abbiamo capito che, per questi antipaticissimi consumatori di patate bollite e salsiccioni pornomorfi, noi “europei” dovremmo essere tutti schiavi della loro mai sopita voglia di Terzo Reich. E, qui, un vaffanculo ci sta proprio tutto.

E’ di un mese fa la mia visita alla capitale della CCermania. Berlino è una città di indubbia bellezza. Ma l’aria di morte spiffera da ogni tombino. L’hanno colorata, adornata, abbellita, perfino confessata e trasformata in monumenti, ma c’è. Si avverte per strada e anche nei palazzi, nelle chiese e nelle sinagoghe. La morte non ha mai abbandonato nemmeno i parchi. Ti sembra di vederli cadere davanti a te, i milioni di morti che, sicuramente, vagano senza materia in cerca di giustizia. Che, sono sicuro, prima o poi otterranno.

E si avverte anche, in quella città ferita per decenni da un muro della vergogna, quella strana e finta “amicizia” nei confronti degli stranieri. Non ci amano. Ci sopportano. Ci ospitano perché da noi possono prendere quello che gli serve: arte, cultura, sapere, manovalanza e servizi. Vogliono i nostri medici, i nostri ricercatori, i letterati. O gli operai. Di ogni Paese del mondo. E solo se hanno reddito e rientrano nei canoni di “bellezza” stabiliti. Da loro.

Le migliaia di migranti che arrivano sulle nostre coste, col piffero che se li prendono!

Però, a noi fanno la morale e vorrebbero dettare anche leggi sulla ripresa, sui programmi di governo, magari anche sul calendario di appuntamenti.

Ha fatto bene, Renzi, ad avvisarli. “Non ci fate paura”, gli ha detto. Avrebbe potuto aggiungere: Vi conosciamo da due guerre, per due volte vi abbiamo dato fiducia e voi avete esagerato, costringendoci a mandarvi a quel paese. Al vostro.

Ha fatto bene, all’epoca, il Presidente Berlusconi, a non tacere e, anzi, a chiedere rispetto per l’Italia, le Istituzioni e il Popolo. E anche per se stesso.

Nessuno, infatti, può e deve dimenticare quel sorrisetto stronzo della Kulona Frau Merkel e del detenuto Sarkozy. Mi piacerebbe sapere se il nano franzoso ha riso anche in gattabuia. E se la biondina postcomunista amica sua, tra un boccale e l’altro, gli abbia telefonato per tirarlo su di morale.

Due maestri di stile e di civiltà che, pur di nascondere le proprie magagne, passerebbero sui cadaveri di mezzo mondo.

Sarkozy dovrà rendere conto della morte di Gheddafi e di 50 milioni di euro che sarebbero partiti dalla Libia per sostenere la sua campagna elettorale in Francia.

Di Frau Merkel aspettiamo di sapere di che taglia sia il grembiulino massone.

In ogni caso, dell’arroganza francosassone ne abbiamo pieni i maroni. La misura è colma e giusto per usare un termine che non ci appartiene, ma rende, NO PASARAN.

Fra me e me. Meglio la soppressata che il würstel.

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