Anziani picchiati, le aguzzine restano in carcere
Giovedì 31 luglio 2014 – Sant’Ignazio di Loyola – a casa, a Taurianova
Mia Madre ha 80 anni. E’ qui, stesa sul divano del salotto. Si è addormentata mentre io scrivo al Mac. Mi ha aspettato per cenare insieme. Ha preparato gli spaghetti col sugo di pesce come piace a me, mettendoci anche il fegato e il lattuccio.
Mentre cenavamo, mi ha raccontato la sua giornata. Piena. Di cose mie. Ha stirato le mie camicie, le tshirt, i jeans. Ha tagliato le tende che domani passerà a macchina. Otto. Quelle che mi servono per le finestre del mio ufficio, la redazione di SUD. Non ha voluto sentir ragione: non ha permesso che le ordinassi ad una sarta o al tappezziere.
Potevo deluderla?
Io, dopo 33 anni di Roma, adesso vivo con Lei.
Sono un pascià!
Mia Madre sa della mia omosessualità da sempre. Lo ha saputo subito dopo mio Padre. E non se n’è fatta certo un cruccio. Anzi.
Al solo pensiero che Questa Donna meravigliosa possa diventare una sorta d’automa rintronato da usare come pungiball da qualche zoccola d’assistente da casa di riposo come quelle, tante, filmate da Finanza e Forze dell’Ordine mentre picchiano gli anziani in giro per l’Italia, mi fa rabbrividire. Perché questo lugubre pensiero? Presto detto.
Finita la cena, guardavamo, Lei ed io, il tg: due di quelle indefinibili aguzzine, beccate grazie alle telecamere nascoste dalle Forze dell’Ordine, resteranno in carcere. I loro avvocati non l’hanno spuntata. Avevano chiesto che le loro assistite venissero rilasciate perché le loro violenze erano giustificate dallo stress del lavoro svolto.
Mia Madre ha abbassato lo sguardo. Ho guardato i suoi occhi. Velati da una lacrima. Mi sono sentito male per Lei.
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Ha ragione, ho pensato. E’ l’Inferno. E c’è anche chi lo vorrebbe chiamare Eden.
Abbiamo assistito, in questi ultimi anni, a registrazioni di maltrattamenti sempre più sadici e spietati nei confronti dei nostri anziani. Eppure, secondo la Legge ogni carnefice ha diritto ad un avvocato… Io non glielo riconoscerei, questo diritto. Anzi, detto fra noi, non celebrerei processi. Nell’evidenza dei fatti, ergastolo anche oltre la morte e obbligo di cancellazione dall’anagrafe. Perché non resti ricordo, fra gli umani, di certa bassezza. E mi sto trattenendo.
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Sì, quella lacrima di stasera, mi ha sconvolto. Ho pensato che fosse la Sua preghiera per tanti Suoi coetanei sfortunati. Ho immaginato il Suo cuore stringersi e perdere dieci anni di vita.
Ora, sempre detto fra noi amici, capisco che la prima cattiveria sia portarceli, gli anziani, negli ospizi. (Mia madre non ha da temere: mi butterei in un abisso prima di pensarlo). Certi figli, certi parenti, andrebbero processati, sì, per abbandono di persone non autosufficienti. Ma è anche vero che alcuni vecchietti restano veramente soli e senza parenti. Perché mai non dovrebbero poter usufruire di un luogo di ospitalità umano?
Perché la solitudine deve diventare una colpa?
Ecco, non era “l’articolo” che avrei voluto scrivere, stasera. Ma ho tentato di dare forma ad una lacrima.
Fra me e me. Figlio felice di una Mamma felice di poter respirare l’aria di casa.