Sabato 29 novembre 2014 – San Saturnino v. – A casa, a Taurianova

Non avevo nulla da fare fuori casa. Mi ero lasciato libero questo sabato, per dedicarmi alle piccole cose di famiglia. Caricare le legnaie dei tre camini, dare un ordine alle decine di portaritratti in camera mia, incollare una manina alla madonnina di terracotta sul comodino, incensare tutte le stanze.

Tutta la mattinata l’ho impiegata così. In caftano e sandali. Fuori c’è ancora un caldo quasi da fine estate.

A tavola, verdure di campo con biscotti di grano, alla vecchia maniera, olive scottate in acqua bollente e “conzate” con origano, aglio e peperoncino, preparate dalle sante mani di Mammà, e, per frutta, un cachi.

Poi, il solito caffè freddo.

E, a seguire, la mia vecchia Global Relax in pelle ocra, col doppio massaggio. Un’estasi che dura da quando scrivevo i testi delle telepromozioni.

Ma, accidenti, ho acceso il televisore. Volevo dare un’occhiata alla messa in onda di SUD, la bella televisione che stiamo facendo ormai da quasi un semestre in questa terra di Calabria. Invece, per la prima volta, mi son trovato davanti un trio di maleducati che offendevano a dei livelli stratosferici dei poverini in camice da chef.

C’era chi sbatteva piatti sul tavolo, chi rompeva delle decorazioni con la forchetta usata come un’ascia, chi maltrattava con parole che non userei neanche contro il mio peggior nemico. Una sorta di stanza delle torture travestita da accademia di cucina.

E la cosa drammatica è che, mi dice mia nipote, tutti i programmi del genere sono uguali.

Guardo questi presunti maestri e li ascolto per dieci minuti, anche su youtube. Incuriosito, dapprima. Schifato, poi.

Ignoranti, poco o niente scolarizzati, violenti e ridicoli sia esteticamente che lessicalmente. Occhiali ricchioncelli, pelate da palestra di banlieue, italiano stentato o, peggio, massacrato. Paccottiglia dei giorni d’oggi, direi. Lo stile è altro. E anche la Maestrìa.

E, tanto per chiudere il concetto, gli sguardi? Li avete mai visti, gli sguardi di questi guitti? Ma neanche nella peggiore cinematografia sovietica degli “anni d’oro” avrebbero fatto di peggio! Guardano di sguincio ogni proposta dei malcapitati partecipanti e usano la parola merda ad ogni piè sospinto. In cucina, fa senso. Disturba.

Sti cretini dovrebbero essere dei maestri? Ma proprio no! Cafoni, ecco cosa! Stanno “sdoganando” la maleducazione e l’arroganza, e questo non può essere sopportato.

Ed è per questi moltiplicati terzetti di scostumati che sui social siamo subissati di foto di tiramisù alla violetta, al rum, al piede di porco, alla piuma d’oca? Non ci voglio credere! Non riuscivo a spiegarmelo, ma ora che lo so non ci voglio credere. Non posso sopportare che gli italiani si stiano maleducando per colpa di questi reality sboccati e cafonissimi.

Ma smettiamola, con questa folle gara gastronomica da telecamera. Questi duelli in punta di coltello. Torniamo alla pastiera napoletana, ai babà, ai cannoli siciliani, la Saint Honoré, e anche alla cacio e pepe, le tagliatelle alla bolognese, le orecchiette con le cime di rapa.. Torniamo al ristoranti della domenica, con gli spaghetti alle vongole. Vongole e basta! Senza creme al curry o aghi di pino caramellati. Senza agli neri e sale che arriva dal ventre del pianeta o dalla coda delle comete.

Torniamo al ragù delle sei ore, al brodino di pollo, al minestrone fatto in casa. Senza tanfi tropicali.

Ma, soprattutto, senza ruggiti sul naso o mortificazioni pubbliche da parte di chi dovrebbe STARE AI FORNELLI, E NON ENTRARE IN SALA. Per i rapporti coi clienti c’è il Maitre di sala. In divisa e guanti bianchi!

Appunto.

Fra me e me, in difesa delle buone maniere.

 

 

 

 

 

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