Martedì 9 dicembre 2014 – San Siro – Redazione SUD, Area industriale Porto di Gioia Tauro

Caro Gesù Bambino,

non so se sono stato bravo e buono. Sono come sono e, di come io sia, Tu lo sai. Ne parliamo tutte le notti, fra un grano e l’altro della Coroncina del Rosario. Non so quanti sbagli abbia commesso; o, meglio, non so nulla di quelli di cui non mi sono accorto. So che ho avuto due piccole discussioni con mia Madre. Mi preoccupo per la Sua salute e quando la vedo piegata a lavare ancora a mano la biancheria, Sua o mia, mi arrabbio e alzo la voce. Lei lo sa che non lo faccio per cattiveria, ma perché mi preoccupo, però so perfettamente che sbaglio comunque. Non si alza la voce con i propri Genitori. Mai. E, dunque, eccomi qui a chiedere scusa.

Poi, so che ho perso la pazienza sul lavoro, di tanto in tanto. E che ho messo in seria discussione la mia tolleranza nei confronti di certa immigrazione (non di tutti gli immigrati, chiaramente) stolta e arrogante. So che non mi basta più leggere proclami e documenti di associazioni, enti e amministratori per credere alla bontà dell’accoglienza: molti di loro vivono alle spalle della povera gente che rischia la vita per arrivare in Europa e, intanto, invade l’Italia. Mentre amministratori truffaldini si nascondono dietro ai centri di accoglienza per ingrassare i propri portafogli. Ecco, a questo proposito ho pensato male anche di quel sindaco che mi ha dato del razzista senza conoscermi. Ti chiedo scusa, Infante Gesù, se, invece, è onesto.

Ma quest’anno non Ti scrivo per chiederTi solo scusa. Ho bisogno, Fratello mio, di un dono che solo Tu puoi farmi. Ho bisogno di un confessore di cui fidarmi e al quale affidarmi. Ho necessità di consegnare la mia Fede nelle mani pulite di un sacerdote che abbia scelto Te e non gli agi della tonaca. Vorrei poter confidare nella santità di un ministro di Tuo Padre e Padre Nostro, che abbia indossato il Credo e non l’ultimo modello di Paciotti ai piedi, di camiceria su misura, di cappotto Armani, di profumo D&G, di braccialetto Bulgari, di SUV o berlina superaccessoriata, di amante più o meno palese, di …

Insomma, vorrei poter guardare negli occhi colui il quale mi consegna il Corpo di Cristo e non peccare con un pensiero negativo nei suoi confronti. Vorrei, da peccatore e uomo che sbaglia, poter credere nel consiglio e nella correzione. Senza se e senza ma.

Vorrei poter entrare in una chiesa e non dover sempre sentire la solita solfa sulla offerte necessarie. Vorrei potermi accostare ad un sacramento senza dover pagare. Chiedere la celebrazione di una messa in suffragio per le anime dei defunti, senza dover sborsare un euro. Mi piacerebbe entrare in chiesa sempre e non trovare il portone chiuso.

Mi piacerebbe che nella chiesa si distribuissero, ogni giorno, il pane e la pasta ai poveri. E anche il latte ai bambini e la carne agli anziani. Mi piacerebbe che nelle chiese non ci fossero posti riservati “alle autorità”.

Mi piacerebbe sentire un prete che parli bene del Papa Francesco e ne segua PEDISSEQUAMENTE l’insegnamento e le direttive.

Se pensi di potermi favorire, Gesù Nascente, te ne sarei grato. Ma se anche Tu dovessi rischiare la vita prima ancora della Pasqua, allora fa niente. Resto credente e fedele e lontano dai banchi intestati e dalle sagrestie borotalcate. Porterò la croce dei miei errori senza confessarli al Tuo Sinedrio. Magari, ne parlerò con i migliori amici durante una cena, fra risate, pane e vino… Un po’ come hai fatto Tu…

Fra me e me. Senza confessore…

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