Lunedì 12 gennaio 2015 – Senza santi in paradiso – Redazione SUD, Piana di Gioia Tauro

Orrore e sconforto. Non altro. Svegliarsi e leggere sulle prime pagine dei quotidiani che, ancora una volta, siano state “usate” come armi delle bambine poco più che decenni, fa rivoltare lo stomaco e l’anima.

Valore della vita umana e non, dalle parti di certo islam, ZERO! Soprattutto se femmina.

Quando sono vecchie e sdentate, vengono usate in cucina ed in casa a lavare, sempre coperte come le poltrone delle casa di vacanza.

Da giovani, velate a lutto tanto da mortificarne la bellezza, servono come fattrici per soldati del profeta.

Da bambine, inutili, si usa imbottirle di tritolo e farle esplodere nei mercati. Non prima di averle fatte soffrire con martorianti operazioni casalinghe per l’escissione della clitoride e la cucitura delle labbra della vagina.

Un tormento lungo una vita!

Come dire, se ti salvi dalla bomba suicida, farai da banca del seme e, se non muori di parto, vai al fronte a sparare e a tenere caldo il letto del combattente, infine, rugosa e traballante, passi a fare lo strofinaccio ai fornelli.

Finiti i tempi delle belle donne islamiche libere, occidentalizzate, alfabetizzate, rispettate e celebrate. Benazir Bhutto, per tutte. Finiti i tempi in cui dall’Iran, dall’Iraq, dal Pakistan, dall’India, arrivavano immagini di studentesse, ricercatrici, politiche. Oggi, solo ombre nere, insaccate in abiti premedievali offensivi della dignità e la storia delle donne.

Ma l’orrore e lo sconforto, oggi, è tutto per loro, per quelle bambinette che, anziché giocare con le bambole, diventano mostruose macchine da guerra. E non credo ad una parola dei cosiddetti islamici moderati, quando blaterano sulla religione dell’amore e della pace. E del rispetto.

Non c’è rispetto per l’innocenza, se si usano delle creature immacolate per sporchi giochi di potere fra adulti.

La Nigeria piange doppiamente, in queste ore. Piange per  le vittime degli attentati e della crudeltà di Boko Haram, padri e madri di famiglia, anziani e giovani, ma si strazia per quelle bimbe che, inconsapevolmente, sono state fatte esplodere assieme alla loro angelica innocenza.

Chi ha azionato, al mercato di Potiskum, le cinture esplosive che le cingevano? Chi ha deciso che le loro vite dovessero cessare in maniera così violenta e infamante? Chi può averle usate come truce arma, a dispetto del loro diritto alla vita?

Lo strazio si ripete dopo breve tempo, perché il giorno prima è stata un’altra bambina decenne la portatrice probabilmente anche lei  inconsapevole dell’ordigno che ha ammazzato 19 persone a Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, sempre in Nigeria.

Già, la Nigeria dove le 200 studentesse rapite a Chibok aspettano ancora di tornare dalle loro famiglie. Sempre che siano ancora tutte e tutti vivi. Perché negli ultimi giorni, le bande armate islamiche di Boko Haram hanno fatto scempio di oltre duemila persone. Finite a colpi di machete e arma da fuoco. E i cui corpi galleggiano nei corsi d’acqua o marciscono nelle foreste. Un massacro permesso da tutti. Gli Stati e i capi islamici per primi.

All’Occidente chiedono fratellanza e solidarietà. All’Occidente pretendono di dare lezioni di Civiltà. All’Occidente tentano di imporre le loro anacronistiche tradizioni. Dall’Occidente vogliono l’attenzione sulle proprie necessità. Ma dall’Occidente non vogliono imparare ciò che l’Occidente ha capito già da Pericle. La Democrazia. E l’amore per la Libertà.

Fra me e me. Fra l’orrore e lo sconforto

 

 

 

 

 

 

 

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