Salvini conquista la Calabria
Venerdì 17 Aprile 2015 – Sant’Aniceto papa – Redazione SUD, canale 656 d.t. – Area industriale Porto di Gioia Tauro
E ce l’ha fatta! Il padano felpato, figlio delle vallate gelate e gendarme delle pianure nebbiose, ha conquistato, senza colpo ferire, le stanze del sole caldo e gli orizzonti del mare cristallino. Stanchi degli abbandoni del governo centrale, dell’imbecillità di certa politica regionale, dell’immobilità dell’attuale “palazzo” calabrese dell’oscillante zar rosso Mario Oliverio, i miei corregionali stendono tappeti altrettanto rossi sulle cime del Pollino, spolverano, granello dopo granello, le spiagge della punta dello Stivale, e fanno squillare le trombe del Benvenuto, Liberatore! per Matteo Salvini e per la sua nuova Lega, non più padana, ma italiana.
Noi con Salvini è la trovata politica più figa degli ultimi anni. Dopo Forza Italia, sicuramente la più vincente.
Via i rom, basta sbarchi, case per tutti gli italiani, stop agli inciuci, equitalia da fermare… Una sorta di manifesto politico che ci incanta e ci calamita. Dice tante cose “buone”, il Salvini barbuto, quella faccia da schiaffi che molti vorremmo avere come amico o compagno di calcetto (anche io che del calcetto apprezzo solo le docce e gli spogliatoi). Dice proprio quello che tutti noi vogliamo sentirci dire. Perché siamo esasperati, stanchi, impoveriti, raggirati da qualche centinaio di politicanti miracolati da leggi azzoppate dagli interessi personali. Li vediamo nelle liste elettorali e non possiamo fermarne l’ascesa. Li rivediamo in tv a concionare su tutto, anziché saperli a lavorare in quei banchi da cui dovrebbero tutelare la nostra sicurezza, l’incolumità del nostro popolo, migliorare e, soprattutto, garantire la nostra vita. Ci sono antipatici!
Freschi di parrucchiere e massaggiatore/trice, ben vestiti e griffati (mentre il popolo ricicla camicie e pantaloni di qualche antenato), unti di foie gras e improfumati di tartufo d’Alba, si trasportano nelle notti romane da un ristorante in Centro ad una discoteca bbuttana quanto basta per godere fino alle prime luci dell’alba. Sul Tevere. A spese di chi perde la casa e s’impicca.
Salvini lo vedi sempre come si presenta: sportivo di felpa che fa tanto impegno in strada. Ma è vero che da un ristorante stravip non lo vedi mai uscire. E, se lo fa, probabilmente preferisce la porta sul retro.
Un adorabile sciattone che piace all’Italia dei mercatini al risparmio. E, ora, piace al Sud. Dove la Lega ha sempre raccolto schiaffi e qualche offesa. Qualche vaffanculo scritto sulla scheda elettorale quando ha tentato di proporsi alle votazioni.
Piace, l’Altro Matteo! “Quello che dice la verità”, contrapposta alle tante, troppe bugie del Matteo aspirato, birba del Pontevecchio. E piace di più in queste ultime ore di sfrangiamento del PD, vittima delle unghiate e delle zannate delle iene interne. E anche dello scolorimento di Forza Italia che deve trovare il coraggio di mettersi le dita in gola e vomitare i grumi di malapolitica che hanno stancato la gente che vota e pretende.
In Calabria, per esempio.
Dove Centrodestra e Centrosinistra non “quagliano” né un governo, né un’opposizione. Al limite, si incontrano nelle ombre per mantenere il boccone strappato al popolo alle ultime elezioni. Qui, nel profondo Sud aneliamo la rivoluzione. Talmente tanto che, consci che non ci sarà mai, ci annichiliamo e aspettiamo l’invasione. Ecco perché lo riceviamo a braccia aperte. Pur sapendo che potrebbe farci male. Ma sarebbe, ci auguriamo, meno doloroso di certe piaghe che ci siamo procurati da soli negli ultimi decenni.
E, dunque, Noi con Salvini, dicono le genti del Meridione, dimenticando volutamente i tuoni minacciosi di certi lontani temporali bossiani, quando ci disegnavano nani, puzzolenti, ignoranti, parassiti. Una sorta di “Trota”, insomma.
Se mai ci riuscirà, Salvini, ad espugnare queste terre dure e sospettose, sarà una vittoria da segnare con una pietra bianca, alba signanda lapillo, come dicevano i nostri Padri Latini (invasori pure loro), perché vorrà dire che sarà riuscito a “tagliare le teste” della peggiore Idra: la mafiapolitica massona. Il peggiore di tutti i cancri di queste contrade.
Fra me e me.