Venerdì 25 dicembre 2015 – Natale del Signore Gesù Cristo – a casa, a Taurianova

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Nato e morto il 25 dicembre 2015, per mano cristiana. Anzi, cattolica. 

Nella follia della finta accoglienza e becera fratellanza, i preti per primi e, a seguire, le beghine e gli stronzetti di ogni parrocchia d’Italia e d’Europa, hanno fatto a gara a farlo morire quasi prima di nascere, il Figlio di Maria e dei Cieli. Manco fosse Lui, il responsabile delle guerre che un plotone di porci, che governa il mondo, ha acceso su tutta la Terra.

Gli hanno impedito di essere anticipato dai canti che da secoli lo annunciavano nelle case, per le strade, sulle piazze, dentro le scuole e le chiese di tutto il pianeta.

Gli hanno vietato di appoggiarsi alla paglia di milioni di piccole mangiatoie, messe fuori legge dalla stupidità di migliaia di inutili atei e lacchè distrattamente battezzati, che, sembra, non aspettassero altro che l’invasione pilotata di milioni di fuggitivi islamici in cerca di nuovi territori da inseminare. Come se un presepe avesse il potere di respingere le barche in mezzo al mare…

Gli hanno reso difficile illuminare i sogni di milioni di bambini, terrorizzati dalla confusione stralaica che pessimi maestri e cattivi educatori hanno inculcato loro, per fare ingrassare il proprio personale odio nei confronti di una pur colpevole Chiesa cattolica, pronta a mafiosare piuttosto che a pregare.

E così, per colpe non Sue, Gesù, pur nato, è morto nella Stalla di Betlemme. Sventrato nel Suo divino significato dalla stupidità umana.

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Gesù di Nazareth è l’uomo più offeso, vilipeso, martoriato della storia dell’umanità. Credere nel Suo messaggio è costato, fin dai primi giorni, carcere e pene di morte. Le peggiori. Umilianti anche nell’esecuzione.

Ieri come oggi.

In alcuni casi, le stesse. A distanza di 2015 anni.

Ma se potessimo chiedere a Lui quale delle morti Gli sia stata più dolorosa, sono certo che risponderebbe questa datata 2.0

Questa morte che vale oltre i trenta denari di quel povero Giuda, predestinato dai sacri testi. Noi, no, che non lo siamo predestinati. Non ci hanno cagato proprio, i sacri testi, a noi cattolici bulimici del 2015. La colpa ce la siamo cucita addosso da soli. Per  quella stronzaggine tutta nostra nel voler fare i fighi ad ogni costo. Abbiamo tradito, “scaricato”, l’unico Amico che abbiamo avuto nella Storia. Il Suo “pensiero” è la summa di ogni pensiero sulla nobiltà e libertà dell’uomo. E’ stato il più grande difensore dell’Amore. Ogni Amore.

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E noi lo abbiamo inculato (e passatemelo il termine), per non “sfigurare” davanti a migliaia di terroristi impastati ad altre migliaia di invasori, che della nostra terra, coltivata col sangue delle fatiche e dei dolori dei nostri Padri battezzati, non gliene frega una emerita mazza! La loro storia passerà, come questa nostra di questi miseri primi anni del terzo millennio. Come ogni storia umana. E quel giorno, avremo modo, nei nostri posteri, di vergognarci di questo tradimento. Ma, fino a quel giorno…

Fino a quel giorno, se posso permettermi, vorrei invitarLo a benedire la mia vita. Sempre che, invitandoLo, non disturbi qualche parroco tesserato al partito più cattocomunista che esista. Quello trasversale dell’associazionismo, che tutto scolora e tutto ricolora. Spietatamente, ipocritamente, egoisticamente. Partito Ad usum Delphini

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Vieni a casa mia, Gesù Nazareno, Signore. Sarai al sicuro. Almeno fino a quando io vivrò. Se Ti basta, entra. Senza neanche bussare.

Fra me e me. Non particolarmente santo, ma fedele sempre

 

 

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