Martedì 9 febbraio 2016 – Santa Apollonia (martedì grasso) – a casa, a Taurianova

1(Le teche con le ricostruzioni dei corpi di Padre Leopoldo e Padre Pio)

Più che un Giubileo, una sorta di soldout per i conventi e gli ostelli di proprietà del Vaticano e degli Ordini religiosi. Gli alberghi romani se ne sono compiaciuti poco, fino a oggi, di quest’Anno Santo. E anche i ristoratori. Perché i pellegrini viaggiano a pane e provola o, al limite, a minestrina conventuale. E i santini li acquistano dai mercanti dentro al quadrilatero papale. Quelli “autorizzati” a vendere cristi fosforescenti con benedizione da anello piscatorio, o giù di lì.

Più che Misericordia, una sorta di “concessione di perdono” cieca e sorda, che se ne sta strafottendo delle migliaia di cristiani massacrati in tutta l’area controllata dai terroristi islamici e dai loro complici senzadio. Francesco, immerso com’è nel suo gesuitismo, sbianchetta Vangeli e anche l’Apocalisse di San Giovanni con Giudizio Universale compreso, per garantirsi l’elogio di qualche migliaio di confusi traghettatori fra le religioni.

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Più che un Papa, una sorta di don Camillo di Palazzo. Prete buono per le favelas, ma col letto al caldo della curia. Che abbraccia Gesù, Caifa, Pilato, Barabba, la folla e la Croce. Così. Tanto per non fare il cattivo con nessuno. Tanto, alla fine, il lavoro sporco dell’inferno o paradiso lo farà Gesù allo squillo delle trombe.

La password, al momento, è Misericordia. O, meglio, Anno della Misericordia. Decisa, probabilmente, in un dopocena senza Amaro del Capo.

Tanto, se qualche camera resta libera nonostante le prenotazioni parrocchiali, niente paura. L’en plein lo si ottiene con un doppio colpo di bacchetta magica. Ospiti d’onore del giubileo fallito, arrivano i due bambolotti in resina, vestiti come quei due Enormi del secolo morto da poco, di cui ospitano, fra le plastiche, qualche osso, qualche pelo, qualche brandello di pelle. Leopoldo e Pio, crocifissi dai papi e santificati dalle folle. E irriverentemente sepolti nel cristallo, quasi a levar loro l’umano diritto alla pietas, il diritto alla tanto legiferata privacy, almeno da morti.

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Mi fanno tenerezza, giuro. Pur sapendo che di quei due Galantuomini di Dio poco c’è in quei due fornetti trasparenti. Meglio sarebbe stato che i due santi uomini avessero ricevuto, fin dal primo istante di paradiso, la degna sepoltura, piuttosto che diventare due “ridicoli” (nostro Signore mi perdonerà) porta ossa in resina artificiale.

Ma tant’è! Ogni papa che si rispetti deve avere la propria porta santa! E Francisco sa che non può pretendere una vita così lunga. Così apre porte sante con la stessa rapidità con cui telefona a mezzo mondo o licenzia cardinali e monsignori lazzaroni.

Fra me e me. E Biancaneve

 

 

 

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