Mercoledì 2 marzo 2016 – San Basileo martire – a casa, nella Piana

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Da Brescia all’Aspromonte, passando per Caserta e Napoli, Vercelli e Varese… L’elenco è lungo. Forse infinito. Non c’è, probabilmente, una regione italiana, una provincia, un comune, che si salvi da questo schifo. Miliardi di metri cubi di veleni provenienti da tutta Europa, forse anche oltre, agiscono silenziosamente, sepolti vivi e attivi sotto i piedi di tutti gli italiani. E,  con la codarda complicità di tutti, amministratori venduti in primis, ci intossicano e ci ammazzano. Nostro malgrado.

A farsi ricchi, su queste morti, poche teste di cazzo, i mafiosi di generazione 2.0, i quali, però, anche loro, perdono familiari come fossero capelli durante la chemio. 

Già! Mai esempio mi è riuscito meglio: in Italia si muore di cancro con la stessa intensità con cui si buttano gli spaghetti nell’acqua della pentola. Altro che pizza e mandolini! L’Italia è un immondezzaio infernale!

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E, da Aosta a Lampedusa, le bestie di satana si chiamano mafiosi della mondezza. Politicimafiosimassoni, per essere più precisi. Ché tanto, ormai, quello status è una specie di trinità “personale” (mica come negli anni cinquanta, quando il massaro mafioso, analfabeta e violento, incontrava “l’onorevole” di Rroma grazie al tramite “dell’avvocato massone”. Oggi, le tre “cariche” vengono rivestite dalla stessa persona, figlio di quel mafioso, o di quell’onorevole, o di quel massone, che ha capito bene di non voler dipendere da nessun altro che da se stesso). Questi loschi e bastardi delinquenti hanno contrabbandato il proprio benessere e la propria sete di onnipotenza con la vita di tutti noi. Probabilmente anche con la propria. “Meglio morire ricco e potente, che povero e schiavo”, si saranno detti.

Una sorta di sadomasochismo postcapitalista, postcomunista, postdemoncristiano, post. Con un orizzonte spostato a calci in culo oltre ogni confine morale. Mondezza umana. Perché di quello è fatto il loro potere.

Riciclaggio di rifiuti tossici, provenienti dalle lavorazioni industriali, necessarie per il nostro stupido fabbisogno di uomini ricchi. Fintamente ricchi, visto che di quel fabbisogno, alla fine, ne moriamo prima di averne goduto. Mentre di quel riciclaggio ingrassano questi satanassi sordi e ciechi.

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Di merda chimica, scarti nucleari, rifiuti “speciali” sono imbottite strade, case popolari, scuole pubbliche, gallerie, montagne, alvei di corsi d’acqua, fondo marino… Ne sono impregnati l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, la terra che calpestiamo, le fiamme degli incendi che ammazzano e non purificano. Ne sono impastati il pane, le carni, la frutta, fino al più sottile filo d’erba. Ne siamo composti, ormai, tutti noi.

Come fare? Eh! Sono scelte dure. Ma vanno fatte. Eccome, se vanno fatte! Denunciare. Scegliere. Pentirsi. Testimoniare. Liberarsi.

Scelte.

Fra me e me.

 

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