Si chiama Figlio chi ha una Madre
Domenica 6 marzo 2016 – IV di Quaresima, San Vittorino – a casa, a Taurianova
(Mamma Concettina Spirlì e noi figli Suoi)
E la Madre è Colei che ti ha messo al mondo.
La tua radice. Il primo amorevole calore che avverti, immerso dentro di Lei. La confortevole serenità nel buio di una sacca che cresce con te e per te per nove lunghissimi mesi. Per almeno 270 infiniti giorni. Per migliaia di ore, milioni di secondi…
Tua Madre sei tu. Anche quando, per sua sfortuna, dovesse abbandonarti. Anche quando dovesse scegliere di fuggire senza di te. O da te. La cercherai. La vorrai ritrovare, incontrare ancora. Riprovare quella sensazione di appartenerLe per sempre. Anche nell’odio. Nel rammarico. Nel vuoto di sentimenti.
E’ tua Madre quand’anche scegliesse l’uomo sbagliato. Una vita sbandata. Un Suo futuro sgangherato, malato. Anche, perché no, nefasto, o mortale. La pretendi, masochisticamente, presente nella tua vita anche solo per un istante ancora: giusto il tempo di coprirla di rimproveri. Per poi sperare nel suo e nel tuo perdono.
Perché senza di Lei, non saresti tu. Ti piaccia o no.
La vuoi, la vogliamo, la Mamma. Di carne e sangue. Con un’anima e un cuore. Da abbracciare, amare. Oppure, offendere e odiare. Confidando nel tempo. Per poter entrare, magari nel sogno, di nuovo in quel ventre e poter riposare in quel silenzioso nero che ci ha costruiti. Cellula dopo cellula, organo dopo organo. Fino a formare l’involucro giusto per la nostra anima. Che c’è. Eccome, se c’è!
Prima di essere un ovulo perfetto e un intrepido spermatozoo, siamo la sua volontà di diventare Madre. La sua disponibilità. Il tempo che ha dedicato alla preparazione alla Maternità.
Nessuna fiala, nessuna centrifuga, nessun giudice o impiegato d’anagrafe, nessun bonifico bancario, nessun corteo e nessun parlamento potranno mai sostituire o cancellare la magia del respiro DENTRO di una Madre. Quel soffio di vita che non passa dalle narici, ma da cuore va a cuore.
Il resto sono solo inutili, stupide pretese di uomini incompiuti. Passeggeri ottusi di un treno senza meta.
E’ stato bello, stamattina, curare le piante in terrazza in compagnia di mia Madre. Potavo e zappettavo, e pensavo “Se, nell’Eden, Eva e Adamo fossero stati Madre e figlio, non ci sarebbe stata alcuna possibilità per il serpe…”
Fra me e me. Altro che genitore 1 e 2… Altro che stepchild adoption, adozioni gay e arcigay polemici…