Italia tradita dagli italiani
Martedì 21 giugno 2016 – San Luigi Gonzaga – a casa, nel cuore della Piana di Gioia
No, non mi riferisco al risultato delle passate amministrative. In quelle urne, ognuno ha votato per chi ha voluto, per cosa ha voluto mantenere, per ciò che ha voluto “tutelare”. E’ valso per questa, come per tutte le precedenti tornate elettorali, il solito motto “a un palmo dal culo mio, può succedere l’apocalisse…”
E così è stato.
Ma l’Italia era tradita anche prima che i presidenti di seggio capovolgessero gli scatoloni sigillati con le volontà elettorali all’interno.
Tradita, trafitta, decapitata e squartata dagli italiani stessi. Da coloro che, da anni, si ungono, si lardellano, si ingrassano coi soldi della solidarietà e dell’accoglienza. L’Italia è devastata da un plotone di furbi che, mischiati a pochi veri buoni e probabilmente d’accordo con le mafie internazionali, si fa recapitare mille e mille immigrati al giorno, per poi “prendersene cura”, fottendo soldi a Bruxelles, Roma e Regioni circonvicine. Comuni compresi.
Italiani, figli di italiani, padri e madri di italiani, che stanno mercanteggiando la nostra Identità in cambio di un cospicuo personale conto in banca. Furbetti dell’associazionismo, amministratori venduti, burocrati in cerca di seconda casa al mare, locandieri a tre/quattro/cinque stelle di cartone, ristoratori spazzatura e tonache marce: tutti insieme a ricevere fondi pubblici e burrose sovvenzioni per l’accoglienza. Ai neri, ai fuggiaschi, danno il piatto quadrato di plastica pieno di merda di cucina (sbobba che, puntualmente, viene appiccicata ai muri dai migrati), ma loro, i “buoni italiani solidali e accoglienti”, non rinunciano alle ostriche dell’Atlantico, ad uno sciampagnino franzoso, un’ostia di foie gras e qualche grappolo di uvaspina del Burundi o del Vietnam appena raccolta. E a qualche frizzante barzelletta a fine pasto sui morti in mare.
A noi, da sempre contrari a questa tratta degli schiavi, affibbiano il volgare “soprannome” di razzisti: loro, magari ancora abbigliati “alla sessantottina”, coi maglioni a rombi e i finti gins e le gonne alla zingara e le camicette della nonna che parlano cinese, passano per i santi 2.0!
Loro! Gli schiavisti del terzo millennio. Quelli veri! Quelli che non vedono l’ora di fotografare i cadaveri dei bambini lasciati affogare a bella posta per farne un book da passare alla Comunicazione. Quelli che piangono nei talk televisivi, ma ridacchiano a casa propria, rivedendosi in tv in compagnia di complici e sodali. Quelli che imbambolano l’opinione pubblica col nostro presunto “razzismo” per spostare il sospetto da se stessi. Quelli che comprano tutti e tutto, politici, tonache, camici e giornali, pur di essere sicuri di poter continuare il proprio turpe commercio.
Sì! Loro, la merda razzista vera! Quella che si dice santa, ma è figlia del demone della menzogna e del raggiro. I finti buoni, che tornano a casa e picchiano le mogli, cornificano i mariti, abbandonano i propri vecchi e hanno figli drogati e alcolizzati. Quelli che votano contro di noi, perché noi saremmo i figli dei colonizzatori del XX secolo, mentre loro si riconoscono, pubblicamente, in grandi esempi di pura umanità. Si riempiono la bocca di Gandhi, Luther King, Mandele varie, ma controllano sul pc, ogni notte, prima di prendere sonno, se la Borsa sale o scende e se i propri conti si siano ingrassati di altri versamenti europei…
Già! Loro. Quelli che mi fanno schifo. Perché io le mani me le voglio sporcare a lavorare la mia terra, non del sangue altrui.
Altro che integrazione: a loro interessa solo accatastare lingotti su lingotti. Mentre gli italiani crepano di fame e povertà.
… Il resto è terrorismo. Islamico.
Fra me e me.