Domenica 3 Luglio 2016 – San Tommaso, Apostolo del Signore – a casa, a Taurianova, in Calabria

combo terroristi - rettifica(i terroristi islamici di Dacca: ne manca qualcuno, ma ride anche lui)

Signore, perdonami perché odio. Perché non so perdonare. Perché non me ne frega nulla di farlo. Perché non riesco a trovarTi negli occhi di nessuno di coloro che sbarcano sulle nostre rive. Perché non mi inteneriscono più né le loro donne, né i bambini, né i vecchi. Né le loro lacrime, né i loro lamenti. Non credo a una sola parola di ciò che dichiarano. Non sono pronto a dividere con nessuno di loro neanche una briciola del poco che ho. Non li ospiterò in casa mia, né andrò a lavare le loro piaghe. Semplicemente, credo che se ne debbano tornare nei loro deserti. Più dell’anima che dei luoghi.

No, non perdono: non so farlo. Non voglio farlo. Sono troppo sporco del sangue dei miei fratelli sgozzati dall’odio islamico. Sono lacerato  delle urla di terrore dei miei fratelli, che credevano che possa esistere un islam moderato con cui confrontarsi e colloquiare. Magari, integrarsi. Forse a vicenda. Invece, no. Quella favoletta che cercano di raccontarci associazioni sporche come mucchi di letame e politici falsi come quel  giuda iscariota che Ti tradì è quello che è: una favoletta, appunto. Pessima, falsa, mortale. L’islam non conosce moderazione: ce l’ha scritto pagina dopo pagina che il buon islamico deve ammazzare chi non lo è. Nei confronti dei Cristiani, poi, è doppiamente necessario.

Perché Tu, Cristo, al contrario del loro dio, rappresenti l’Amore a cui noi uomini cerchiamo di arrivare attraverso Te. La nostra Fede è un sentiero verso la Luce della Liberazione dalle orride ombre umane. La nostra Fede è tutta racchiusa in quel Comandamento che ci hai lasciato: Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi.

Ecco. Scusami, ma io, per ora,  non ce la faccio. E, per questo, Ti chiedo perdono. Quel perdono che io non so concedere. Perché non posso accettare che questa gente che abbiamo accolto, sfamato, curato, affiancato, questa gente a cui abbiamo garantito lo studio, il lavoro, la libertà, l’uguaglianza, questa gente ci odi. Questa gente, che alcuni vorrebbero farci credere essere “moderata”, NON DICE MEZZA PAROLA QUANDO I SUOI BOIA CI SGOZZANO!!! Tace, complice e sorniona. E gode, magari. Sì, temo proprio che gioisca!

No! Non so perdonare. Non voglio perdonare! Odio anche quel sentimento che cerchi di farmi partire dal cuore e che mi dovrebbe spingere verso la compassione, la comprensione, la pietas. Lo spingo nelle viscere, Gesù, e ci metto sopra un masso gigantesco, perché non ne senta neanche la voce che Tu gli dai per convincermi a non essere come loro.

Non Ti ascolto, Gesù. Non ora! Questo è il tempo della sordità del combattente. La nostra quanto la loro.

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Nel silenzio del dopo so che Ti ritroverò. Sì, dopo la battaglia, spero di ritrovarTi. Perché quest’odio dentro di me non lo abbiamo seminato né io, né Tu. Ma Tu ed io lo sappiamo bene che la mala erba va estirpata senza pietà.

No, non uccideremo, noi. Noi non sappiamo sgozzare. Ma dobbiamo allontanarli. Scacciarli dalle nostre vite. Devono capirlo che, ormai, qui, non sono graditi. Non sono fratelli. Sono quello che vogliono essere: NEMICI.

E, dunque, basta venditori pakistani e bengalesi di collanine e sottane sulle spiagge, di fruttivendoli turchi e indiani islamici nei nostri quartieri, di pizzaioli islamici nei nostri ristoranti, di collaboratori famigliari, di autisti, di massaggiatori, di manovali, braccianti, operai, tutti appartenenti a quella cultura sanguinaria. Cellule dormienti di questo odio feroce, che, prima o poi, li spinge ad agire. Contro di noi, eredi fessi di nobilissimi Crociati!

Basta! Questo Sangue Cristiano non è acqua. E, se lo fosse, sarebbe Santo come l’acqua nel deserto!

Fra me e me.

 

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