Bergoglio, go home!
Mercoledì 27 luglio 2016 – Dio muore – a casa, in Calabria
Non basta indossare la talare bianca e farsi scarrozzare sulla papamobile, per diventare Servo dei servi di Dio, Pontefice della Chiesa Cristiana Cattolica Apostolica e Vescovo di Roma. Bisogna avere Dio nell’Anima e il Gregge del Signore nel Cuore. Esserne pastore e guida. Difensore e tutore. Lo si deve amare sopra ogni cosa. Dio e il Gregge. Anche oltre se stessi. Al di là di ogni posa buona per lo scatto dei fotografi, di ogni striscione paraculo da parrocchia di provincia, di un primo piano studiato col cameraman compiacente e il regista leccacandele. Essere Capo della Chiesa e Successore di Pietro vuol dire camminare con la Croce sulle spalle e non sul petto, e onorarLa con il proprio esempio. Fosse la morte. Fosse anche la decisione di rinunciare al privilegio del Calvario.
Dio ha illuminato, e quanto!, Papa Benedetto XVI, imponendoGli di restare, Papa del Papa, come faro sempre luminoso per tutti noi. A Lui, infatti, continuiamo a guardare, fedeli a Dio e al giusto Pastore. Mentre Bergoglio, papa per buonisti e cattolici poltroni, affaristi dell’accoglienza e pretazzi da talkshow, non ha convinto prima. Non convince ora. Non potrà farlo in futuro.
Non attira. Ma, soprattutto, non è Guida.
Da quando le mafie e i massoni, con l’ottima compagnia dei beduini dei deserti petrolmiliardari, hanno deciso che fosse venuta l’ora dell’invasione dell’Occidente Cristiano da parte delle masse islamiche sanguinarie, il vescovo argentino, folle di protagonismo buonista, obbediente alle necessità delle lobbyes senzadio, ha impacchettato il Crocifisso, Sua Madre e l’Onnipotente e li ha riposti in cantina. Creando una sorta di altare multicolore, alternativo al tabernacolo, dal sapore speziato alla saracena, che ospita, attorno a sé, carnefici e martiri. Scafisti e annegati. Europei sgozzati e mani insanguinate.
Gole e machete, al posto di falce e martello, per il cardinale Bergoglio, confessore stralaico delle favelas.
No! Non questo papa, meritiamo noi Cristiani Cattolici, già peccatori di nostro e pellegrini penitenti, in doloroso cammino sul sentiero faticoso della redenzione dall’errore. Non questo insulso doncamillo da oratorio analfabeta, che continua a sproloquiare, da una finestra che non gli appartiene, sulla sua personale interpretazione del messaggio Cristiano. Ben altro Evangelizzatore, dovrebbe educarci!
Oltre che dare qualche scappellotto da scoop a questo o quel bambino sfuggito a comando dalle braccia della mamma armata di cellulare pronto a riprendere “l’incontro casuale” con Sua Santità, oltre che leggere qualche frase ad effetto ben studiata e messa lì, in qualcuna delle sue biascicate omelie, da un ufficio stampa da Hollywood anni d’oro, oltre che presentarsi alla folla caracollando clownescamente come un gigione del peggior teatrino di provincia, cos’altro ci resterà di questo istrione, MUTO sul Martirio quotidiano della Nostra Fede? Il sospetto che c’entri anche lui, quantomeno coi suoi silenziosi silenzi…
E quando ha parlato, Dio salvaci! Ci ha chiesto, quasi imposto, di ospitare un clandestino in ogni casa, un nemico in camera da letto e a tavola, un carnefice nella camera a fianco a quella dei nostri figli. Pena, una sorta di scomunica per non aver saputo adempiere al comandamento di Gesù “Ama il tuo Prossimo”. Come se questa feccia che ci sgozza sia nostro Prossimo da amare.
Certo che lo amo, il mio Prossimo, signor Bergoglio! Lo amo violentemente e lo vedo nella vita e nel martirio dei Cristiani che, ogni anno e in questi giorni di più, offrono la propria esistenza ai coltelli di questi tagliagole islamici sanguinari e assassini. Lo amo strenuamente e lo vedo resuscitare in tutti i Cristiani che Tu, giuda della pampa, stai lasciando da soli a combattere contro i demoni maomettani e contro il tuo stesso silenzio.
Quella tonaca che indossi, nonSanto nonPadre, è lorda, sappilo!, del sangue innocente di Tutti i Martiri Fratelli di Gesù Nazareno! Ecco perché non mi incanti con le belle parole sui froci e i divorziati. Né con i processi ai porci pedofili vestiti da prete, figli di una Chiesa senza rigore paterno e senza filiale timore di Dio.
A Dio e al Suo Popolo urge un Pastore. Un Santo Padre. Cattolico. Cristiano.
E non sei tu! Torna alla tua “fine del mondo”.
Fra me e il mio Calvario…
(In memoria di Tutti i Martiri Cristiani e Occidentali di Ieri e di Oggi. In memoria del Padre Jacques Hamel)