Domenica 26 marzo 2017 – Sant’Emanuele – a casa, in Calabria

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E Boom! E’ bastata una capatina a Milano per risollevare l’indice di gradimento di Don Bergoglio, il papa più controverso della storia contemporanea della Chiesa Cattolica. 

Fino a qualche settimana fa, i Cattolici Italiani e quelli occidentali, americani compresi, prendevano le distanze da certe affermazioni fin troppo “rivoluzionarie” di questo strano papa della fine del mondo. Soprattutto, in tema di islam, la religione di beduini e gente confinante. La religione dei palestinesi eredi di arraffàt, che sparano quotidianamente contro i nostri fratelli maggiori, in Israele. La religione dei terroristi sanguinari che ci ammazzano fin dentro casa nostra ululando allà acbàr. La religione dei tagliagole di occidentali nelle foreste filippine. La religione dei pedofili dello iemen, che, depravati di sessant’anni e più, sposano innocenti bambine di sei e anche meno. La religione dei bitrilionari dell’aureo brunèi, degli emiri del riciclaggio e del petrolio, degli agacàn che valgono tanto oro quanto pesano. La religione dei nostri invasori portati in trionfo dalle associazioni cattocomuniste e dalle massomafie che si riempiono il budello di soldi proprio grazie ai loro sbarchi programmati. La religione che odia mortalmente la nostra Fede.

E Fransisco, il papa centralinista, volutamente dimentico delle sante parole di Papa Benedetto XVI a Ratisbona, di questo islam è fratello e amico. In barba alla storia insanguinata del Cristianesimo. In offesa ai milioni di martiri della Fede, sacrificati nella pur orrenda guerra contro queste belve assetate di sangue. Il nostro.

Anzi, fosse per lui, la fratellanza la spargerebbe come zucchero al velo su un pandoro: abbondantemente e confusamente. Ma Gesù di Nazareth, Amore Puro, una certa differenza la merita, mi sembra. Perché, in fatto di Fede non tutto è miele. Anzi… mi sembra evidente che dalle patrie dei datteri il fiele arriva ad ettolitri. Dunque, basta saper e voler discernere…

Ecco. Se Gesù, Nostro Signore, è miele divino, chi Gesù non è (e per “Gesù” intendo anche e soprattutto il Suo messaggio di vera Fratellanza), senza dubbio alcuno, è fiele d’inferno.

“Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.

Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede – solo la fede – che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo, coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna” (1 Cor 13, 1).”  (Joseph Ratzinger – Papa Benedetto XVI)

E, così, tutte le libere e strumentali “interpretazioni” del messaggio di Cristo altro non sono se non false scorciatoie che portano, inevitabilmente, a smarrire il Cammino.

Ubriacarsi della chiesetta  buonina buonina proposta dall’attuale vescovo di Roma, è pari ad imboccare il sentierino che ci dovrebbe far guadagnare tempo sul cammino verso il Cielo che ci conduce, invece, all’abisso di una fede annacquata e inutile.

Lontano, dunque, dal voler abbandonare la Via intrapresa col Battesimo e confermata con la Cresima, resto fedele al meraviglioso patto di Fede stretto con Gesù, mio Dio. Innamorato della mia religione Cristiana Cattolica, ne seguo – umanamente – i precetti, cercando – faticosamente – di non farmi indurre in tentazione. Mi affido, durante il difficilissimo e pur dolcissimo viaggio, ai pastori, dimenticandone gli errori e denunciandone le colpe. E i reati.

Per ciò che riguarda l’obbedienza al Sommo Pontefice, lo voglio immaginare senza nome e senza carne, ma trasparente come il cristallo e impastato di Verbo. A volte, apro gli occhi e ne riconosco belle “umane” fattezze (Benedetto XVI, Pio XII, Pio X, Giulio II, Pietro,…); spesso, no. Come in questi anni di doncamillismo inutile. Anzi, dannoso.

Io, umilmente ubriaco di Cristo e astemio di mezzipapi.

Amen

 

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