Venerdì, 26 ottobre 2018 – Compleanno della Signora Madre – da Casa Spirlì, in Calabria

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È un giorno sacro, per la mia Famiglia! Oggi festeggiamo, tutti insieme, la nostra Matriarca. Il suo compleanno, per noi, è un appuntamento dal significato potentissimo, profondamente consapevoli, come siamo, che Lei sia la nostra Radice! Mamma, Nonna, Bisnonna, Amica, Sorella, Complice, Guida… E tanto, tanto altro…

In questa famiglia, quasi tutta al femminile, le donne sono il Cuore, la Testa, l’Anima. E noi, i miei cognati, i miei nipoti ed io, siamo ben felici di poter contare sulla Loro Presenza. Sulla Loro Essenza!

Mamma è moderna, a ottanta anni passati. Comprende, si confronta. Accetta e accoglie. Ci ha educati alla Fede, all’Amicizia, all’Amore, all’Ospitalità. Alla cura dell’Altro. Al Bene… A tante cose, tutte belle. Da Donna, ci ha insegnato a rispettare le Donne e gli Uomini alla stessa maniera. Con la stessa intensità. Con lo stesso rigore.

E, proprio nel rigore del rispetto e nel rispetto del rigore della Giustizia, non posso tacere tutto il mio dolore per tutte le vittime degli stupri, di ogni dove e di tutti i tempi. Io stesso l’ho conosciuto, subito, patito. Sembrava amore, era l’inferno. So cosa significhi sentire il calore del sangue in bocca, il furore della violenza nelle carni, la morsa della morte nella mente. So cosa significhi abbandonarsi, in un momento, al destino, qualunque esso possa essere… So. Io so. E per questo maledetta morte dentro che non mi abbandona mai, ad ogni stupro mi sento vittima. E vivo la croce nelle mie carni, che si straziano ogni volta alla stessa maniera.

Pamela. Chi potrà mai dimenticarla? Adescata, drogata, violentata, fatta a pezzi, buttata per via come spazzatura. Forse, mangiata.

Desirée, adescata, drogata, violentata, abbandonata alle ombre della morte…

E mille e mille come loro. Stuprate nelle guerre, nelle invasioni, nelle case, nelle famiglie, nei dispetti, nelle malattie…

Bambine, ragazzine, giovinette, donne, perfino anziane. Tutte da rispettare, da proteggere, da accompagnare. E, invece, sventrate come agnelli da sacrificio. Maciullate dai colpi di uomini impregnati di colpe. Inzuppati di colpe. Infangati di colpe!

Che dolore!

Oggi, qualcuno mi ha chiesto se conosco l’odio. Purtroppo, no! Non lo conosco. Non più. Ho disimparato a conoscerlo, abbracciando Gesù Cristo e accettando le ninnananne della Sua Santa Mamma.

Però, so. So che non so perdonare. Questa pletora di maledetti assassini, non so e non voglio perdonarla. Questa canaglia di infami non deve conoscere pace. Non c’è purgatorio, per un peccato così scellerato. E, dunque, che inferno sia! A partire da questa vita terrena. Arrestateli, rinchiudeteli in una cella senza porte e consegnateli alle pene peggiori. Senza pïetas. Senza preghiere. Senza umanità. Ché, tanto, non la riconoscerebbero. Non la saprebbero apprezzare. E sarebbe sprecata.

E, se è vero che i demòni non hanno un solo colore, non parlano una sola lingua, non professano una sola fede (se mai ce l’hanno), è vero anche che il nostro Paese stia pagando un prezzo altissimo per aver inscenato un’accoglienza scellerata e incontrollata di chiunque da ovunque. Senza controlli, senza verifiche, senza buonsenso.

Italia, Paese aperto, tanto per citare il titolo di un film del nostro ricco patrimonio artistico. Paese per troppo tempo senza regole e senza ritegno, che ha venduto la propria dignità ai signori del denaro e dell’interesse. Alla malapolitica e al malaffare. Alla prostituzione morale.

Schiavi della menzogna massomafiopolitica, abbiamo imbarcato tutti i balordi del mondo, liberandoli per tutto lo Stivale.

Oggi, le carni delle nostre bambine ne pagano il peccato. Dio ci perdoni. Se può…

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@ninospirli

 

 

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